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Covid 19

La Russia chiede all’Oms la registrazione del suo vaccino: “Effetti collaterali nel 15% dei casi”

La Russia ha chiesto all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) “la registrazione accelerata” del suo vaccino contro il Covid-19 chiamato Sputnik V. Il farmaco era stato annunciato ad agosto dal governo come il primo al mondo contro il nuovo coronavirus nonostante non avesse completato tutti i test clinici necessari.
A cura di Davide Falcioni
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La Russia ha chiesto all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) "la registrazione accelerata" del suo vaccino contro il Covid-19 chiamato Sputnik V. Il farmaco era stato annunciato ad agosto dal governo come il primo al mondo contro il nuovo coronavirus malgrado non avesse completato tutti i test clinici necessari. Lo fa sapere il Fondo di investimenti diretti russo (Rdif), che finanzia il vaccino, ripreso dall'agenzia di stampa Interfax. Secondo il Fondo, che ha avanzato la richiesta, la registrazione rapida dovrebbe rendere il vaccino russo disponibile in tutto il mondo prima rispetto alle procedure ordinarie.

Sputnik V è stato sviluppato dal Centro di ricerca Gamaleya. Il vaccino prevede l'introduzione di due componenti del farmaco a distanza di tre settimane. Gli studi clinici – attualmente in fase 3 – hanno avuto inizio a Mosca il 7 settembre e i primi partecipanti sono stati vaccinati il ​​9 settembre. In totale allo studio stanno prendendo parte 40mila volontari, 10mila dei quali hanno ricevuto un placebo, necessario per testare l'efficacia del farmaco. "In circa il 15 per cento dei vaccinati sono stati rilevati effetti collaterali. Pertanto, l'85 per cento dei vaccinati non ha visto effetti collaterali e nessun inconveniente da questo vaccino", ha dichiarato l'amministratore delegato del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF – Russian Direct Investment Fund), Kirill Dmitriev, spiegando noto di aver ricevuto richieste da oltre 20 Paesi per l'acquisto di un miliardo di dosi del vaccino. Allo stesso tempo, ha osservato che la Russia ha acconsentito alla produzione di vaccini in cinque di essi. Secondo Dmitriev, le attuali capacità disponibili potrebbero consentire di produrre 500 milioni di dosi all'anno.

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