2 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La nazione che riduce la tassa di soggiorno per lunghi periodi: “Favorisce la crescita dell’economia”

In Bhutan, il Covid19 ha aperto una riflessione su turismo e sostenibilità: dalla ripresa nel 2022, la tassa di soggiorno “per lo sviluppo sostenibile” era passata da $65 a $200 al giorno. Fino alla fine del 2024, però, questa verrà ridotta per chi si ferma per più di quattro notti.
2 CONDIVISIONI
Il monastero di Taktsang, valle di Paro (Bhutan). Foto LaPresse.
Il monastero di Taktsang, valle di Paro (Bhutan). Foto LaPresse.

Fortezze antiche e monasteri ad alta quota, scorci mozzafiato e natura incontaminata, il “Paese del Drago Volante” – come il Bhutan è soprannominato – è una meta ambita da molti turisti internazionali, che ogni anno organizzano viaggi alla scoperta del piccolo stato incastonato tra Cina e India, alle pendici dell’Himalaya.

Eppure, nell’ultimo periodo la sfera del turismo ha attraversato almeno due profonde trasformazioni, ed è pronta ad affrontare la terza.

Per tutto il resto di quest’anno, e fino al 2024, infatti, le autorità hanno deciso di effettuare una notevole riduzione della tassa giornaliera di soggiorno – che attualmente ha raggiunto cifre esorbitanti – per i visitatori che si fermano all’interno del Paese per periodi più lunghi.

Ripercorrendo con ordine, la prima trasformazione si era verificata con l’avvento del Covid19, che ha inevitabilmente abbattuto i flussi del turismo dopo la notevole crescita dell’ultimo decennio: nel 2019, erano stati 315.000 i turisti a visitare il Paese, oltre il doppio dei numeri registrati meno di un decennio prima, nel 2011.

Con la pandemia, ovviamente, il campo del turismo si è praticamente immobilizzato. Il Bhutan, inoltre, è stato tra i primi stati a prendere seriamente la diffusione del virus, all’alba del 2020: già dal mese di marzo, con l’individuazione del primo caso su scala nazionale, il Bhutan aveva chiuso i propri confini.

Pele La pass (3420m), la Montagna Nera, Bhutan. Foto LaPresse.
Pele La pass (3420m), la Montagna Nera, Bhutan. Foto LaPresse.

Ma la diffusione del Covid19 ha avuto un profondo impatto sulle scelte economiche e turistiche del Paese anche in un secondo, differente modo. "Il Covid-19 ci ha permesso di ripristinare l'equilibrio della nostra natura e di ragionare su come sviluppare il settore del turismo in maniera sostenibile – ha affermato Tandi Dorji, ministro degli Esteri dal 2018 – vogliamo continuare a mantenere basse le emissioni per garantire la conservazione di flora e fauna”.

Una delle trasformazioni più importanti del 2022, quindi, è stata quella di aumentare notevolmente la tassa di soggiorno giornaliera, che ha preso il nome di “Sustainable Development Fee” (SDF, letteralmente: “Tassa per lo sviluppo sostenibile”): dai precedenti $65 al giorno, si è passati a $200 a persona.

Questa tassa – l’intento risulta evidente già dal nome – dovrebbe permettere di compensare le emissioni di CO2 causate dal volo, contribuire a piantare alberi e a finanziare progetti di sviluppo sostenibile in giro per il Paese, riducendo così in parte l’impatto del turismo sull’ambiente.

Inevitabilmente, però, questo sostanzioso aumento (la tassa di soggiorno è più che triplicata) ha avuto un profondo impatto sul settore del turismo, già fortemente colpito dalle chiusure durante la pandemia.

Infatti, queste condizioni non incentivavano i turisti a fermarsi più a lungo, rendendo sempre più difficile raggiungere l’obiettivo che il governo si era posto di ricavare dal turismo il 20% delle entrate (contro l’attuale 5%).

Ed eccoci arrivati alla terza trasformazione nel campo del turismo internazionale: già dal mese di giugno e fino al 2024, le autorità hanno deciso di abbassare la tassa di soggiorno giornaliera per i visitatori che si fermano all’interno del Paese per periodi più lunghi. I turisti che pagheranno la SDF per quattro giorni, potranno fermarsi altri quattro notti senza necessità di ulteriori pagamenti; quelli che verseranno la tassa per dodici giornate potranno invece restare un mese intero.

“Più tempo i visitatori si fermeranno in Bhutan, più il turismo aiuterà la nostra economia nazionale a crescere”, afferma Dorji Dhradhul, direttore del Tourism Council of Bhutan (TCB).

Questa offerta, comunque, è riservata solamente ai visitatori che pagano in dollari, escludendo così ad esempio le persone dalla vicina India, dove la valuta ufficiale è la rupia.

Per ora, secondo report delle autorità competenti, sono stati 47.000 i turisti che hanno visitato il Bhutan da gennaio 2023. Serpeggia ottimismo: tutto sembra andare secondo i piani, con l’obiettivo di raggiungere il traguardo di 86.000 visitatori entro la fine dell’anno. A quel punto si vedrà se questa nuova riduzione della tassa di soggiorno ha avuto gli effetti desiderati.

2 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views