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Guerra in Ucraina

“La guerra della Russia in Ucraina potrebbe durare ancora a lungo”: l’analisi del generale Chiapperini

L’intervista di Fanpage.it a Luigi Chiapperini, Generale di Corpo d’armata dei lagunari: “È verosimile che l’offensiva russa possa esaurirsi in primavera, ma forse è presto per dirlo. La guerra in Ucraina potrebbe permanere in una situazione di stallo. Zaluzhnyi? La sua possibile destituzione potrebbe far calare i consensi nei riguardi del presidente Zelensky”.
Intervista a Luigi Chiapperini
Generale di Corpo d’armata dei lagunari.
A cura di Ida Artiaco
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"È verosimile che l'offensiva russa possa esaurirsi in primavera, ma forse è presto per dirlo. Le attuali operazioni di Mosca nelle aree di Vugledar, Donetsk e Avdivka, Bakhmut, Kreminna e Kupjansk stanno avendo un parziale successo a costo però di ingenti perdite. Il conflitto potrebbe durare ancora a lungo senza eventi, fattori e strumenti abilitanti che possano rompere gli equilibri attuali".

A parlare è Luigi Chiapperini, già pianificatore nel comando Kosovo Force della NATO, comandante dei contingenti nazionali NATO in Kosovo nel 2001 e ONU in Libano nel 2006 e del contingente multinazionale NATO su base Brigata Garibaldi in Afghanistan tra il 2012 e il 2013, attualmente membro del Centro Studi dell’Esercito e autore dei libri "Il Conflitto in Ucraina" del 2022 e “Morire per Bakhmut”.

A Fanpage.it ha commentato le parole del capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, secondo il quale l'offensiva in corso della Russia in Ucraina si esaurirà all'inizio della primavera, facendo il punto sulla situazione attuale sul campo e sui possibili scenari che potrebbero aprirsi nelle prossime settimane.

Il generale Luigi Chiapperini.
Il generale Luigi Chiapperini.

Secondo il capo degli 007 ucraini la Russia esaurirà la sua offensiva in primavera. Quanto c’è di vero in questa affermazione?

"È verosimile ma forse è presto per dirlo. Nelle operazioni militari, ma non solo in quell’ambito, chi guadagna l’iniziativa si trova in una posizione di vantaggio in quanto può scegliere quando, dove e quando colpire l’avversario. In Ucraina, con un fronte attivo di parecchie centinaia di chilometri, significa mettere in difficoltà il nemico che dovrà rispondere di volta in volta alle reiterate iniziative avversarie.

Ciò implica stare un passo indietro al nemico e agire quindi in ritardo, dovendo in breve tempo cambiare i piani difensivi e riorganizzare le forze per contrastarne lo sforzo offensivo. In tale quadro si sta sviluppando l’attuale azione russa, volta a riconquistare i territori persi durante la seconda controffensiva, fallita, degli ucraini in particolare nelle aree di Vugledar, Donetsk e Avdivka, Bakhmut, Kreminna e Kupjansk. Queste operazioni russe stanno avendo un parziale successo a costo però di ingenti perdite".

Sempre Budanov ha affermato che “noi facciamo una mossa, il nemico fa una mossa. Ora è il turno del nemico”. Crede che dopo questa ci sarà una nuova controffensiva ucraina?

"L’attuale stagione non consente operazioni a largo spettro analogamente a quanto accaduto lo scorso inverno e pertanto se i russi in queste settimane dovessero perdere la capacità offensiva e gli ucraini invece riuscissero non solo a preservare le proprie forze attualmente in difesa ma anche ad acquisire ulteriori sistemi d’arma, allora la terza controffensiva di Kyiv potrebbe diventare realtà in primavera.

La condizione necessaria affinché ciò possa avvenire è che vengano colmate quelle carenze capacitive di cui gli ucraini hanno sofferto in passato. Mi riferisco in particolare a mezzi da combattimento per la fanteria (hanno già ricevuto carri armati ma non in numero sufficiente), veicoli e sistemi per il forzamento dei campi minati, munizionamento per l’artiglieria, aerei per acquisire almeno localmente la superiorità aerea, sistemi di difesa aerea e missili e droni per colpire in profondità le formazioni nemiche e i loro centri di comando e logistici. Senza dette capacità una ulteriore controffensiva avrebbe risultati insoddisfacenti prolungando ancora di più il conflitto".

Sulla base di quello che sta succedendo sul campo, dunque, quanto crede possa andare avanti questa situazione di stallo?

"La guerra potrebbe permanere in una situazione di stallo a meno che non sopraggiungano eventi, fattori e strumenti abilitanti che possano rompere gli equilibri attuali. Prima ho accennato alle carenze capacitive ucraine ma anche i russi non navigano in buone acque. Ad esempio non sono riusciti a mettere in campo quelli che venivano considerati mezzi avveniristici come i carri armati T14 Armata e sono costretti a usare come ordigni superficie-superficie alcune tipologie di missili concepite per la difesa aerea, con una precisione sugli obiettivi alquanto dubbia.

Altri fattori che possono cambiare le sorti di un conflitto sono quelli interni ai paesi belligeranti come ad esempio un regime change o cambio di regime. Senza dette novità il conflitto potrebbe durare ancora a lungo. Un aspetto mi preme evidenziare: darla vinta all’aggressore, in questo caso alla Russia, significherebbe accettare che il diritto internazionale sia calpestato e ad incoraggiare chi vuole agire nel mondo applicando la legge del più forte. Assistere inerti al crollo dell’Ucraina significherebbe incoraggiare le guerre di aggressione, palesi o dormienti, che sono già in atto da parte di un gruppo di nazioni eterogeneo che però ha un unico scopo: aggredire ed indebolire l’Occidente".

Nelle ultime ore si sono diffuse voci di un allontanamento di Zaluzhnyi, con Zelesnky che ne avrebbe chiesto le dimissioni da capo dell’esercito, cosa che Kiev ha poi smentito. Crede sia possibile? Cosa rappresenterebbe questa decisione agli occhi dell’opinione pubblica e sul campo?

"La notizia, vera o creata ad arte dall’avversario come in altre occasioni, avrebbe, se non ha già avuto, effetti devastanti e disgreganti sull’opinione pubblica e sulle truppe ucraine. Zaluzhnyi è molto amato dagli ucraini e la sua destituzione (perché in realtà di questo si tratterebbe) potrebbe far calare i consensi nei riguardi del presidente con pericolose ricadute negative interne: Zelensky ne uscirebbe infatti indebolito in un momento cruciale di una guerra difficile che dura ormai da due anni.

Sinora le forze armate di Kyiv hanno combattuto con grande coraggio e onore per difendere la propria patria. Anche il solo percepire che il vertice politico-militare non sia più coeso, per il soldato ucraino in trincea si tradurrebbe in un morale compromesso, con ripercussioni negative sulle motivazioni necessarie per esaltarne lo spirito combattivo. Nel caso in cui si trattasse invece di una notizia falsa, saremmo di fronte ad un altro tassello della guerra cognitiva russa. Si dovrà attendere per capire se le voci siano attendibili o se si tratti di mera propaganda. D’altronde la verità è la prima vittima di tutte le guerre".

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