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Guerra in Ucraina

Ksenia e Maksim, uccisi dai russi sotto gli occhi del figlio mentre scappavano verso Kiev

I due erano sulla loro auto e facevano parte di un convoglio di una decina di veicoli civili che cercavano di raggiungere Kiev. Con loro viaggiava il figlioletto che li ha visti morire.
A cura di Antonio Palma
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Crivellati di proiettili dai russi davanti al loro figlioletto mentre cercavano semplicemente di scappare dall'area del fronte e rifugiarsi a Kiev di fronte all'avanzata dell'esercito di Mosca, così sono morti Ksenia e Maksim, due coniugi ucraini residenti nella regione di Kiev la cui morte è stata tristemente documentata in un video da un gruppo di difesa territoriale ucraino che in quel momento stava effettuava ricognizioni aeree e ampiamente condiviso. I due erano sulla loro auto e facevano parte di un convoglio di una decina di veicoli civili che cercavano di raggiungere Kiev dalla periferia occidentale della città quando il 7 marzo scorso son stati individuati come bersaglio dai russi e colpiti ripetutamente da raffiche di mitra.

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Nel filmato diventato tristemente famoso, si vede la loro vettura bianca che si ferma e il 31enne Maksim Iovenko che esce con le mani alzate. Poi il suo corpo cade a terra colpito dai proiettili. Qualche istante dopo, i soldati russi si avvicinano e allontanano una donna anziana e un bambino che erano nella stessa auto e hanno assistito a tutto. Quel bambino era il figlio della coppia che ha visto così morire i genitori davanti ai suoi occhi in maniera orribile. Un destino tragico quello di Ksenia e Maksim che all'inizio della guerra avevano deciso di andare fuori Kiev per evitare i bombardamenti russi e che invece sono stati travolti dall'avanzata da nord e infine proprio sulla strada per il ritorno nella capitale sono stati uccisi.

La coppia col loro figlioletto aveva trovato rifugio  nella seconda casa di un amico, nell'hinterland di Kiev, in quei sobborghi diventati purtroppo poco dopo tristemente famosi come Irpin, Bucha e Hostomel,  non lontano dall'autostrada dove è avvenuta la sparatoria. Come ha raccontato l'amico alla Bbc, dopo alcuni giorni però il gruppo è rimasto senza elettricità, riscaldamento e cibo. Con altri residenti in zona, hanno deciso di andare verso Kiev contando sul  fatto di essere civili. L'auto di Maksim era la terza del convoglio e ai finestrini aveva messo dei cartelli scritti a mano su carta bianca che dicevano "Bambini". Ma non è servito a nulla. i russi hanno aperto il fuoco sul motore, l'auto si è bloccata, il 31enne è sceso ed è stato ucciso.

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