Israele sotto attacco della variante Delta: green pass, chiusure e terza dose agli over 60

Nonostante una campagna di vaccinazione anti covid di massa dai risultati eccellenti in tempi ristretti, Israele fa i conti con una nuova ondata di contagi da coronavirus che ha spinto il governo di Tel Aviv a fare marcia indietro con nuove chiusure e blocchi covid dopo le riaperture generalizzate dei mesi scorsi. Una scelta non facile ma dettata dai numeri visto che in un solo mese i contagi giornalieri registrati nel paese sono passati da qualche decina a circa 5mila negli ultimi giorni, con tassi di positività che si attestano ora a 4%. Solo ieri in Israele segnalati oltre 6mila nuovi contagi, il dato più alto rilevato dall’inizio di febbraio.
In Israele crescono i ricoveri covid
Di pari passo cresce purtroppo anche il numero di casi gravi e ricoveri che, seppur basso rispetto alle prime ondate covid, si è avvicinato a quota 400. Lo stesso tasso di positività continua salire e ieri ha fatto registrare un 4,84%, il più alto dall’inizio di marzo. “Siamo alle prese con una quarta ondata, che ha numeri simili alla terza dello scorso dicembre” ha ammesso senza remore anche Arnon Shahar, il responsabile della campagna di vaccinazione in Israele, tenendo però a precisare che “Ciò che è cambiato è il numero di decessi e ricoveri” perché “Notiamo che, nonostante i vaccinati vengano contagiati, la probabilità che hanno di contrarre una malattia grave è parecchio ridotta rispetto a chi non è vaccinato, soprattutto se si parla di over 60”.

Via alla terza dose di vaccino anti covid
Proprio per questo oltre a nuove restrizioni e pass vaccinale per eventi al chiuso, nella nuova strategia anti covid di Israele anche una nuova campagna vaccinale con terza dose che possa proteggere almeno i più fragili e gli anziani. Come spiegato dallo stesso Shahar a Il Giornale, “Una scelta detta dal fatto che registravamo una ridotta immunità tra i vaccinati e un maggior contagio, soprattutto tra gli over 60 e in giovani con fattori di rischio. Probabilmente, questo è dovuto a due fattori. Il primo: l'eventuale capacità della variante delta di bucare il vaccino. Il secondo: una ridotta risposta anticorpale, causata dal tempo passato dall'ultima dose”.

Mascherine anche all'aperto e green pass
Per tutti gli altri non a rischio per ora si procederà con maggiore cautela nella vita di tutti i giorni, con mascherine ora obbligatorie anche negli spazi aperti dove si radunano più di 100 persone e con il certificato Covid obbligatorio ad esempio per entrare in bar e ristoranti, nelle palestre, negli hotel e nei cinema e in tutti gli eventi al chiuso. Uniche eccezioni i luoghi di culto ma con capienza limitata. Per avere il certificato oltre al vaccino sarà possibile anche fare soltanto un test ma a proprie spese e non più a carico della sanità pubblica.