Israele non ha attaccato la Siria solo per difendere i drusi: il nuovo episodio di “Nel Caso Te Lo Fossi Perso”

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Israele ha attaccato la Siria. Lo ha fatto per difendere i drusi, o questa almeno è la versione ufficiale. Ma per capire bene cosa è successo, faremo meglio a non fidarci troppo di narrazione, per cui Israele sarebbe intervenuto per pura solidarietà, per difendere una minoranza oppressa.
Facciamo un passo indietro, a quello che è successo negli ultimi giorni nel sud della Siria. Ci sono stati pesanti scontri tra i drusi, una minoranza etnico-religiosa, e i beduini sunniti. Questi ultimi sono supportati dal governo islamista di Ahmed al-Sharaa, insediatosi dopo la caduta di Assad. E infatti, quando le forze militari governative sono intervenute per riportare l’ordine e mettere un punto alle violenze, i drusi hanno finito per trovarsi in un doppio mirino.
A quel punto è intervenuto anche Israele. E ha lanciato i suoi missili contro il palazzo del ministero della Difesa, a Damasco. Lì a fianco, poco distante, c’è anche il palazzo presidenziale. Premessa: c’è un legame molto forte tra i drusi e Israele. Questa minoranza infatti non è solo presente in Siria, ma anche in Libano e appunto in Israele. Sono circa 150 mila quelli che vivono nel Paese e nelle alture occupate del Golan. A differenza di altre minoranze, agli uomini sopra i 18 anni viene permesso di entrare a far parte delle IDF.
Ma non dobbiamo pensare che Israele sia intervenuto per un moto di giustizia verso una minoranza oppressa. No, Israele ha bombardato Damasco per i suoi interessi. Per mandare un messaggio al governo siriano, di non spingersi troppo a sud, troppo vicino al confine con Israele. Per evitare che la Siria si rafforzi troppo militarmente, diventando una potenziale minaccia per Tel Aviv. E, soprattutto, per avere una scusa e infiltrarsi nel territorio siriano.
Quello che vuole davvero il governo israeliano è costruire l’ennesima zona cuscinetto demilitarizzata attorno ai suoi confini, allargare la fascia di protezione. La comunità internazionale ha più volte intimato a Israele di mettere immediatamente fine agli attacchi e di non violare la sovranità degli Stati vicini. Ma la fame bellicista di Israele non sembra conoscere fine.
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