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Isis, attacco kamikaze in Iraq: almeno 23 vittime

I jihadisti del Califfato hanno colpito una moschea nel nord del Paese uccidendo 10 persone e nei successivi scontri a fuoco con le forze di sicurezza di Baghdad ci sono state altre vittime.
A cura di Biagio Chiariello
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Due attentati kamikaze, seguiti da scontri nella provincia irachena di al-Anbar, hanno fatto almeno 23 vittime tra gli uomini delle forze di sicurezza. Fonti ufficiali di Baghdad riferiscono che i due blitz sono opera dei jihadisti dell'Isis, che dopo la strage hanno ingaggiato una sparatoria con l’esercito iraqeno. I kamikaze hanno attaccato prima una moschea nell'area di al-Jubba di al-Anbar, dove si riposavano le forze anti-jihadiste, e ucciso almeno 10 uomini; negli scontri seguiti sono morti militari dell'esercito e combattenti sunniti filo-governativi. Va detto che  nessuno ha ancora ufficialmente rivendicato gli attacchi, ma gli attentati suicidi sono una tattica utilizzata quasi esclusivamente dagli estremisti sunniti in Iraq, tra i quali gli jihadisti dello Stato Islamico. Nei pressi di Jubba vi è la base aerea al-Assad, dove sono di stanza anche le truppe americane, e non lontano da Baghdad, in una area che è stata teatro di pesantissimi scontri tra le forze di sicurezza e i miliziani del Califfato.

Esecuzioni da parte dei jihadisti dell'Isis

I jihadisti dell’Isis hanno poi annunciato l’esecuzione di 8 iracheni nel nord del Paese perché “accusati di aver collaborato con il governo di Baghdad”. Cinque erano poliziotti e due informatori, secondo i miliziani. L'ottava vittima non è stata identificata. Su un account Twitter spesso usato dai terroristi per fare propaganda sono state pubblicate una serie di immagini che mostrano otto uomini vestiti con la tuta arancione, inginocchiati, le mani legate dietro la schiena, prima di essere trucidati. Nel frattempo le truppe americane hanno cominciato ad addestrare soldati iracheni in due basi in Iraq, con l’obiettivo di creare una forza in grado di contrastare i militanti del gruppo Stato islamico. Lo ha reso noto un portavoce del Pentagono, il colonnello dell'esercito Steve Warren, il quale ha affermato che circa 320 marines stanno formando militari iracheni dal 20 dicembre nella provincia di Anbar e altri 170 a Taji, poco a nord di Baghdad, dal 27 dicembre.

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