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Iran: uccise il marito violento, sposa bambina nel braccio della morte

La storia della giovane Razieh Ebrahimi, oggi 21enne, sta facendo il giro del mondo e numerose organizzazioni internazionali che si battono per la difesa dei diritti umani si sono mobilitate per salvarla. Quando era ancora minorenne uccise il marito che la picchiava e insultava.
A cura di Susanna Picone
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Razieh Ebrahimi, sposa bambina iraniana oggi 21enne, è nel braccio della morte, in attesa di esecuzione. È nel braccio della morte perché, quando era ancora minorenne, ha ucciso il marito che la picchiava e la insultava. Numerose le organizzazioni internazionali che si battono per la difesa dei diritti umani che si sono mobilitate nel tentativo di salvarle la vita. Tra queste c’è Human Rights Watch (Hrw) che ha lanciato un appello alla magistratura iraniana affinché blocchi l’esecuzione della 21enne. La giovane Razieh Ebrahimi ha raccontato di essere stata costretta a sposarsi quando aveva solo 14 anni: “Ho sposato il figlio del nostro vicino quando avevo solo 14 anni perché mio padre insisteva – così la donna iraniana citata dall’agenzia Mehr -. Mio padre voleva che lo sposassi perché aveva studiato e lavorava come insegnante. Avevo 15 anni quando ho dato alla luce mio figlio”. La donna ha ucciso suo marito mentre lui stava dormendo e poi l’ha sepolto in giardino. Inizialmente disse alla polizia che l’uomo era scomparso, poi il padre della giovane ha ritrovato il cadavere e ha consegnato la figlia alle autorità.

La sposa bambina ha ucciso il marito all’età di 17 anni

A quel punto lei ha confessato il delitto dicendo che il marito la maltrattava: “Cercava qualsiasi scusa per insultarmi e mi aggrediva anche fisicamente”. Aveva 17 anni quando si è macchiata del delitto. Secondo Hrw la giovane non può essere condannata a morte perché l’Iran è firmatario della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici che proibisce la pena di morte per reati commessi in minore età. Così ha commentato, infatti, Joe Stork, vice direttore di Hrw per il Medio Oriente e il Nord Africa: “Ogni volta che un giudice iraniano decide una condanna a morte per un colpevole minorenne come lo è la Ebrahimi, dovrebbe ricordarsi che lo fa in flagrante violazione delle sue responsabilità che sono quelle di applicare la giustizia in modo equo e imparziale”.

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