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Covid 19

Incubo Covid in Brasile, superati i 90mila morti: ma il governo riapre i confini ai turisti

Il Brasile ha superato la soglia dei 90mila morti per Coronavirus: solo nelle ultime 24 ore è stato dichiarato il decesso di 1.595 persone, il numero più alto dallo scorso 16 marzo, mentre i contagi hanno raggiunto quota due milioni e mezzo. Nonostante ciò, il governo ha firmato un decreto che riapre il paese ai visitatori stranieri che arrivano in aereo, ponendo di fatto fine a un divieto di viaggio durato quattro mesi, nel tentativo di rilanciare il settore del turismo, devastato dalla pandemia.
A cura di Ida Artiaco
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Novantamila morti e due milioni e mezzo di contagi: è questo il bilancio della pandemia di Coronavirus in Brasile, secondo paese al mondo per decessi e casi dietro solo agli Stati Uniti. L'emergenza continua, ed anzi non accenna a rallentare, con oltre mille vittime al giorno dall'inizio di luglio e il picco dell'infezione da Sars-CoV-2 non ancora vicino. Solo nelle ultime 24 ore è stato dichiarato il decesso di 1.595 persone, che hanno fatto schizzare il totale a 90.134: è il numero più alto dallo scorso 16 marzo, quando si è avuta notizia della prima vittima Covid nel paese Sudamericano. Per non parlare dei positivi: 69.074 nuovi casi sono stati segnalati solo ieri. Sono più di tre mesi che la situazione è fuori controllo: è dal 27 aprile che l'indice Rt, vale a dire l'indice di trasmissione del virus, è sopra la soglia di guardia di 1. Il mese scorso, secondo un'indagine condotta in tutte le regioni dall'Universidade Federal de Pelotas, nello stato del Rio Grande do Sul, il numero degli infetti potrebbe essere tra le 7 e le 10 volte superiore a quello riportato dalle autorità.

Il governo guidato da Jair Bolsonaro, tornato a lavoro e in pubblico (pur senza mascherina) dopo essere guarito dal Coronavirus, ha annunciato che tutti i suoi sforzi sono rivolti alla realizzazione del vaccino per mettere fine all'emergenza. La campagna di vaccinazione della popolazione dovrebbe iniziare entro il prossimo dicembre. "Abbiamo concluso un accordo con l'Università di Oxford e AstraZeneca per ricevere 100 milioni di dosi del vaccino in 3 lotti, il primo dei quali dovrebbe arrivare nei primi quindici di dicembre", ha annunciato il segretario del Ministero della Salute, Arnaldo Correia de Medeiros. Intanto, in attesa dell'antidoto e mentre i contagi giornalieri continuano a salire, sempre il governo ha emesso un decreto che riapre il paese ai visitatori stranieri che arrivano in aereo, ponendo di fatto fine a un divieto di viaggio durato quattro mesi, dal 30 marzo scorso, nella speranza di rilanciare il settore del turismo devastato dal blocco, avendo già perso qualcosa come 23,6 miliardi di dollari.

Il provvedimento in questione estende il divieto d'ingresso per gli stranieri che arrivano via terra o via mare per altri 30 giorni, ma indica che "l'arrivo per via aerea non sarà più proibito". I visitatori che rimarranno 90 giorni o meno nel paese dovranno comunque dimostrare di essere coperti da un'assicurazione sanitaria durante il soggiorno. Resta, tuttavia, il fatto che il Paese sudamericano è ancora l'epicentro globale della pandemia, molto probabilmente anche a causa di scelte politiche discutibili. Il presidente Bolsonaro continua infatti a far parlare di sé, soprattutto in relazione all'utilizzo dell'anti-malarico idrossiclorochina come mezzo per combattere il virus, nonostante non arrivi nessun riscontro positivo dalla comunità internazionale sull'efficacia del farmaco. In più, la curva dell'infezione in Brasile si è appiattita (il cosiddetto plateau) ma a un livello molto elevato di casi quotidiani e gli esperti avvertono che è ancora troppo presto per allentare le misure restrittive.

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