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Covid 19

Scoppia la protesta contro misure anti Covid: 500 arresti, scontri da Bruxelles a Vienna

Proteste in mezza Europa contro le misure restrittive anti Covid: tra le città più colpite c’è Bruxelles, dove ieri circa 500 persone sono state arrestate. Disordini anche a Vienna, dove centinaia di manifestanti hanno raccolto l’appello del partito di estrema destra Fpoe, che ha definito le chiusure “scandalose”. Tensioni anche ad Amsterdam e a Budapest.
A cura di Ida Artiaco
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Le misure restrittive contro la diffusione del contagio da Covid-19 stanno mettendo a dura prova i Paesi europei, dove ormai da quasi un anno i cittadini sono alle prese con l'emergenza sanitaria, oltre che economica. E ieri è scoppiata la protesta in numerose città del Vecchio Continente, con migliaia di manifestanti scesi in strada e dove non sono neppure mancati gli scontri con le forze dell'ordine. La situazione si è fatta particolarmente infuoca a Bruxelles, dove alcuni dimostranti hanno intonato slogan come "vogliamo riconquistare la libertà" e dove a fine giornata sono stati 488 gli arresti effettuati dalla polizia. Tra di loro diversi ultrà, sia valloni e che fiamminghi. Non è andata meglio a Vienna: nella capitala austriaca circa cinquemila persone, tra cui vari negazionisti, hanno dato vita ad un corteo contravvenendo a tutte le disposizioni anti Coronavirus stabilite dal governo.

I manifestanti hanno raccolto l'appello del partito di estrema destra Fpoe, che ha definito le chiusure "scandalose", dopo la proroga del coprifuoco e il terzo lockdown decisi dal governo popolari-verdi di Sebastian Kurz. La polizia ha eseguito diversi fermi perché la folla ha rifiutato di disperdersi, tentando invece di dirigersi verso il parlamento e bloccando il traffico. In Austria, d'altronde,  l'epidemia preoccupa ancora, perché nonostante l'introduzione di un nuovo confinamento e del coprifuoco, oggi sono stati registrati 1.190 nuovi contagi (su 8,9 milioni di abitanti). Anche in Olanda si sono tenuti cortei in alcune città, come Apeldoorn e Amsterdam, dove in centinaia si sono radunati nella zona centrale del Museumplein, rendendo necessario l’intervento della polizia. Si registrano alcuni fermi, secondo quanto riportano i media locali.

Disordini in Ungheria, in particolare a Budapest dove centinaia di operatori del settore turistico hanno chiesto al governo un allentamento delle restrizioni, in vigore ormai dallo scorso novembre, per poter far fronte alla crisi economica. "Ogni strumento che abbiamo avuto a disposizione fino ad ora si è esaurito, quindi, a partire da ora, ogni attività dovrebbe essere aperta nello spirito della disobbedienza civile", ha detto l'organizzatore della protesta Aron Ecsenyi. Infine, la polizia polacca ha fatto sapere di aver fatto irruzione in alcune discoteche nelle città di Breslavia e Rybnik che avevano aperto sabato in violazione delle restrizioni sul Coronavirus, usando granate assordanti e gas lacrimogeni per liberare le piste da ballo. Come altrove, in Polonia non sono mancate le restrizioni a club sportivi e da ballo, hotel, ristoranti e aree sciistiche e alcuni locali hanno deciso di aprire nonostante il rischio di pesanti multe.

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