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Guerra in Ucraina

Il viaggio a Kiev di Mediterranea Saving Humans: “Città spettrali, scuole e parchi giochi distrutti”

La testimonianza a Fanpage.it di Denny Castiglione, capomissione di Mediterranea Saving Humans: “Da Borodyanka a Kiev c’è una situazione spettrale, chiari segni che è stata colpita la parte civile e non solo gli obiettivi strategici. La gente ha paura che non sia finita qui”.
A cura di Ida Artiaco
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"Da Borodyanka a Kiev c'è una situazione spettrale, le città sono deserte e la maggior parte degli edifici residenziali civili sono stati colpiti. Abbiamo visto scuole e parchi giochi distrutti. E la gente ha paura che il peggio debba ancora venire". A parlare a Fanpage.it è Denny Castiglione, capomissione di Mediterranea Saving Humans che nei giorni scorsi è riuscita a portare nella Capitale dell'Ucraina con la Missione Safe Passage la prima carovana di aiuti umanitari dopo il bombardamento di giovedì.

Denny ha raccontato la sua esperienza in Ucraina, spiegando quello che ha visto direttamente con i suoi occhi durante il viaggio che lo ha condotto insieme ai suoi compagni nella Capitale. "Questa è la mia terza missione qui, ma sicuramente rispetto alla parte Occidentale abbiamo trovato un clima totalmente diverso – ha detto -. Lo abbiamo capito man mano che ci avvicinavano a Kiev, a 200 chilometri da Leopoli lo scenario cambia completamente. All'andata abbiamo dovuto fare un percorso alternativo alla strada principale, dove sono state trovate delle mine e che per questo è stata chiusa al traffico. Siamo passati per Bucha, Irpin, tutti territori martoriati. Abbiamo dovuto fare una strada non convenzionale, uno sterrato in mezzo ai boschi".

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E quello che hanno trovato nei villaggi della Regione di Kiev non è facile da raccontare. "Da Borodyanka a Kiev c'è una situazione spettrale, tutti i centri città sono vuoti. Le scene sono surreali, quasi tutti gli edifici civili hanno dei danni. Di Bucha me l'aspettavo, ma anche a Irpin le scuole e i parchi giochi sono distrutti, chiaro segno che è stata colpita la parte civile e non solo gli obiettivi strategici", ha continuato Denny, che ha poi aggiunto: "Anche Kiev è una città quasi deserta. Dai 4 milioni di residenti più 2 di pendolari ne sono rimasti a stento uno e mezzo. La gente stava rientrando ma dopo l'ultimo attacco missilistico l'amministrazione ha fatto un appello a donne e bambini in particolare di non tornare. Abbiamo girato la città in un clima surreale, in centro non c'è più il rumore delle auto".

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Mediterannea ha avuto anche una serie di incontri con la società civile e con le istituzioni religiose e diplomatiche, in particolare con il Nunzio Apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas. "È l'unico diplomatico a non aver lasciato Kiev a febbraio – ha spiegato Denny -. Ci ha raccontato di come l'esercito russo sia riuscito ad arrivare a 300 metri dalla nunziatura vaticana e di come loro si fossero già preparati all'idea che Kiev sarebbe caduta in mani russe. Ma non l'avrebbe mai abbandonata. È stato uno dei pochi ad aver assistito all'apertura delle fosse comuni a Bucha, dove ha visto scene di bambini e bambine violentati e poi uccisi e corpi bruciati. Non non mi era mai capitato d avere un diplomatico così affranto. Abbiamo anche aperto dialogo col mondo ortodosso. Oggi abbiamo incontrato il metropolita Epifanij il quale ha detto che questo ponte che si sta creando tra le religioni potrebbe essere una speranza ma c'è ancora scetticismo e terrore che non sia finita qui e hanno anzi più paura ora, in particolare dell'uso di armi non convenzionali".

Dopo aver portato 5 tonnellate e mezzo di aiuti umanitari a Kharkiv, la missione di Mediterranea non finisce qui: "A Leopoli ci aspettano persone da portare in salvo in fuga da Mariupol e Kherson. Il centro salesiano li sta ospitando, noi li porteremo in Italia garantendo loro un alloggio e un sostegno concreto. Questa prima missione a Kiev è stata perlustrativa per costruire nuove missioni future e per tornare al più presto".

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