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Il giallo della telefonata tra la Merkel e Napolitano

Il quotidiano Wall Street Journal ricostruisce le fasi della crisi economica dell’Europa, parla del ruolo decisivo della Cancelliera tedesca e della famosa telefonata con il nostro Capo dello Stato che diede il via al Governo Monti. Secca smentita del Quirinale che precisa che non vi fu alcuna ingerenza nella politica interna ma si parlò solo di riforme economiche.
A cura di Antonio Palma
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Il quotidiano Wall Street Journal ricostruisce le fasi della crisi economica dell'Europa, parla del ruolo decisivo della Cancelliera tedesca e della famosa telefonata con il nostro Capo dello Stato che diede il via al Governo Monti. Secca smentita del Quirinale che precisa che non vi fu alcuna ingerenza nella politica interna ma si parlo solo di riforme economiche.

Una Merkel al centro della scena politica ed economica dell'Europa, che delinea i profili di nuovi Governi, impone proprie visioni della realtà finanziaria dell'Unione e detta  i provvedimenti da varare, è questa la figura della Cancelliera tedesca che viene fuori dalla ricostruzione dei mesi di febbrili trattative per risollevare l'Europa dalla crisi economica, fatta dal quotidiano americano Wall Street Journal. Un punto particolare della ricostruzione del WSJ farà discutere, si tratta di quella famosa telefonata che la Merkel fece al nostro Presidente della Repubblica dopo le preoccupanti notizie che arrivavano dai mercati finanziari e che rischiavano di far crollare l'Italia e di conseguenza l'Europa.

Secondo il quotidiano le imposizioni della Merkel al nostro Paese, seppure in una pacata telefonata, furono chiare, costringere Berlusconi ad approvare le riforme o in alternativa ad abbandonare il campo, in modo da nominare nuove figure in grado di dare una svolta alla situazione di crisi finanziaria in cui si trovava l'Italia. Ciò che non aveva  potuto la lettera di Draghi e Trichet, secondo il WSJ, poté invece proprio quella telefonata, se è vero che di li a pochi giorni il Presidente della Repubblica iniziò una serie di colloqui informali con le forze politiche per capire gli umori del Parlamento. Insomma una Merkel che fin dal giugno scorso avrebbe preso in mano le sorti dell'Europa tessendo trame segrete e imponendo ultimatum a Governi e Presidenti. Non solo all'Italia ma anche alla Grecia in pieno default economico e costretta ad un fallimento controllato e ad un cambio di vertice politico, e finanche alla Bce a cui avrebbe imposto di non intervenire in maniera massiccia nella copertura del debito sovrano dei Paesi in difficoltà.

Secondo il WSJ la Germania, che era ormai preoccupata della situazione europea che la stava inevitabilmente coinvolgendo e conscia dell'immobilismo degli altri membri dell'Unione, avrebbe fatto di tutto per imporre il rigore finanziario per superare il momento. Anche gli accordi con il Presidente francese Sarkozy, nonostante i dissapori su alcune questioni, sarebbero parte di una stessa strategia atta ad imporre misure di austerità a Grecia e Italia e soprattutto cambi di Governo, come poi realmente avvenuto con Papademos al posto di Papandreu in Grecia e Monti al posto di Berlusconi nel Bel Paese.

La smentita del Quirinale

Se è vero che la Merkel e lo stesso Sarkozy hanno marciato con durezza e imposto misure concrete di risanamento a tutta l'Europa, questo è stato ben chiaro in tutti i vertici a livello mondiale ed europeo che si sono svolti in questi mesi, senza alcuna segretezza né mistero. La telefonata del 20 ottobre, in cui la Merkel avrebbe imposto a Napolitano un cambio di leadership, secondo una stessa nota del Quirinale ha avuto come oggetto di discussione solo i provvedimenti di riforma da mettere in atto per la riduzione del deficit e in difesa della moneta unica. In pratica il Quirinale smentisce la ricostruzione del WSJ e ricorda il fatto che la telefonata fosse tutt'altro che segreta e che la Merkel non pose "alcuna questione di politica interna italiana", che probabilmente Napolitano avrebbe nettamente rifiutato.

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