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I video delle scuse forzate che spopolano in Russia: “Prassi della polizia per umiliare e ammonire”

I video di scuse spesso escono dai distretti di polizia o dalle mani di attivisti governativi e pro-guerra. Scuse forzate nella maggior parte dei casi, dunque, e che quasi mai si riferiscono a reati concreti ma più spesso a violazioni delle ideologie ufficiali del Cremlino.
A cura di Antonio Palma
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Il caso più eclatante è stato quello dei vip che avevano partecipato alla Festa Seminuda creando indignazione pubblica, ma da mesi ormai sui social russi si susseguono video di scuse pubbliche da parte di persone accusate dei più svariati reati. Quasi una moda tra gli echi della guerra con l’Ucraina ma che nasconderebbe in realtà un modus operandi che è diventato prassi delle autorità di polizia in Russia.

Non a caso molti dei video vengono rilasciati dalla stessa polizia o da autorità locali e mostrano persone visibilmente scosse dopo essere state tratte in arresto e aver subito pressioni. Scuse forzate nella maggior parte dei casi, dunque, e che quasi mai si riferiscono a reati concreti ma più spesso a violazioni delle ideologie ufficiali del Cremlino. Come ricostruisce la Bbc, il fenomeno non è completamente nuovo ma ha avuto la sua genesi in Cecenia nel 2015 per espandersi e intensificarsi bruscamente in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.

I video di scuse spesso escono dai distretti di polizia o dalle mani di ferventi attivisti pro-guerra che li passano ai media locali o alle agenzie governative. Mostrano individui in ambienti che ricordano le stazioni di polizia e utilizzando il linguaggio tipico dei rapporti di polizia. I protagonisti dei filmati sono costretti a scusarsi per azioni come deturpare simboli a favore della guerra o esprimere sentimenti contro la guerra.

I video di scuse vengono utilizzati anche per umiliare i critici della guerra nelle parti dell’Ucraina occupate dai russi. Secondo il sito russo per i diritti umani OVD-Info, due terzi dei video di scuse nei 16 mesi dopo l’inizio dell’invasione provenivano dalla regione occupata della Crimea. Una donna in Crimea ad esempio è stata mostrata mentre si scusava per aver condiviso canzoni ucraine sui social e un'altra per aver pubblicato foto di vari oggetti di colore blu e giallo che richiamano la bandiera ucraina.

Questa tendenza alle scuse forzate sotto costrizione è stata etichettata dalle organizzazioni e dagli attivisti per i diritti umani come una punizione extragiudiziale, che viola la libertà degli individui. Lo scopo di questi video è duplice, secondo l’avvocato russo per i diritti umani Dmitry Zakhvatov: "Umiliare i critici della guerra con l'Ucraina e intimidire coloro che non sostengono la guerra ma finora non hanno trovato il coraggio di dirlo in pubblico".

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