I ribelli siriani fucilano 7 soldati di Assad (VIDEO)

Sette uomini in ginocchio, a torso nudo, con le mani legate dietro la schiena e la faccia schiacciata a terra. Alle loro spallle altri sette con i fucili in mano, pronti a fare fuoco, mentre uno di loro recita una "sentenza" di condanna a morte. I primi sarebbero lealisti fedeli al regime di Bashar al-Assad; i secondi ribelli di una frangia estremista di matrice islamica. E' il video shock diffuso dal sito del New York Times che documenta una fucilazione. Il condizionale, tuttavia, è d'obbligo: troppe volete in passato – ma anche in questa occasione – sono state diffuse fotografie o riprese di barbarie allo scopo, più o meno dichiarato, di influenzare l'opinione pubblica. Secondo il New York Times, tuttavia, il video è autentico ed è stato girato nell'aprile di quest'anno. Prima di aprire il fuoco ed eseguire la condanna, un uomo legge un verdetto nei confronti dei sette malcapitati: "Per 50 anni sono stati complici della corruzione. Noi giuriamo al Signore che ci vendicheremo". Poi viene aperto il fuoco sulle teste dei prigionieri.
Il video sarebbe stato diffuso da un ribelle disgustato dall'uso spropositato della violenza ed offre una visione oscura, dimostrando che anche tra gli oppositori di Assad si perpetrano brutalità e violenze efferate. Le immagini, inoltre, dimostrano ancora una volta come la distinzione tra "buoni" e "cattivi" in Siria non sia affatto così netta, dal momento che gruppi estremisti islamici combattono – come altri di matrice più moderata o democratica – contro Assad. Secondo il New York Times il video offre un quadro più completo ai membri del Congresso Usa, "compreso il senatore John McCain, che chiedono una sostegno militare più robusto all'opposizione". In più di due anni di guerra civile, i ribelli non hanno dato vita a una struttura organizzata, ma hanno comunque ottenuto il sostegno di diversi Paesi arabi e, in maniera più limitata, dell'Occidente. Ma "altri elementi dell'opposizione – ha scritto il Times – hanno assunto posizioni estremistiche e si sono apertamente alleati con al Qaida".
Nelle zone della Siria che non sono più sotto il controllo dal governo è in atto una complessa guerriglia. Per questo, "la prospettiva di un intervento militare americano potrebbe inavvertitamente rafforzare i criminali e gli estremisti islamici". "Abdul Samad Issa, il comandante dei ribelli che ha guidato l'esecuzione dei soldati catturati, illustra esattamente questo rischio".
