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Conflitto Israelo-Palestinese

I pellegrini italiani bloccati a Gerusalemme: “Sentiamo le sirene e ognuno cerca di nascondersi”

Trentotto pellegrini italiani sono bloccati a Gerusalemme da quando è stato lanciato l’attacco di Hamas contro Israele e chiedono aiuto per tornare in Italia, come raccontano a Fanpage.it.
A cura di Simona Berterame
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Trentotto italiani sono bloccati da tre giorni in un hotel a Gerusalemme. Si tratta di un gruppo di pellegrini, tra cui alcuni bambini, che si sono trovati loro malgrado nel bel mezzo del caos generato dall'attacco di Hamas a Israele.

"Abbiamo bisogno che qualcuno ci venga a prendere, da soli non possiamo farcela è troppo pericoloso – ci spiega al telefono Giovanna mentre tiene il braccio il figlio di soli 4 mesi. Mentre parliamo con lei scatta per l'ennesima volta l'allarme e tutti sono costretti a nascondersi in un'area più sicura dell'hotel. "Ragazzi sta suonando la sirena, mettiamoci al riparo" urla Giovanna prima di chiudere la telefonata con noi, per cercare un luogo più sicuro.

La partenza del gruppo di pellegrini era prevista per la sera di sabato 7 ottobre. Ultima tappa del viaggio il Muro del Pianto per poi dirigersi in aeroporto. Il racconto di Giovanna prosegue, con quanto avvenuto in questi giorni in Israele. "Mentre ci trovavamo lì – ci racconta uno dei pellegrini – abbiamo iniziato a sentire il suono delle sirene, abbiamo alzato lo sguardo e c'erano dei missili sopra le nostre teste. Da lì, caos, siamo corsi in hotel, ci siamo riparati nel bunker, finché la nostra guida non ha detto che potevano andare in aeroporto".

Il gruppo è riuscito a rifugiarsi nella speranza di riuscire a prendere il volo che avevano in serata. Purtroppo anche il loro volo, come tanti altri, è stato cancellato e da tre giorni il gruppo di pellegrini cerca di trovare una soluzione per rientrare in Italia. "Abbiamo bisogno di aiuto – continuano a ripetere – abbiamo paura e qui con noi ci sono anche tanti bambini, l'Italia deve aiutarci a rientrare. Per loro non è uno stato di emergenza, per noi è emergenza. Vogliamo tornare a casa, siamo qua disperati. Non ce la facciamo più".

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