I marò sono ottimisti ma l’India rinvia ancora la decisione sul processo

Oggi doveva essere il giorno in cui l’Alta Corte del Kerala avrebbe dovuto decidere in merito al ricorso italiano sulla giurisdizione del caso relativo ai due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti in un carcere di Trivandrum con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani. L’Alta Corte ha rinviato questa decisione al prossimo lunedì: si tratta dell’ennesimo rinvio che segue quello dei giorni scorsi che era stato valutato positivamente dal ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, che aveva interpretato la decisione indiana come un “segno che vi sono delle questioni procedurali che vengono valutate molto attentamente”. Nel ricorso, la difesa di Latorre e Girone contesta all’India sempre la decisione della competenza giudiziaria: la petroliera italiana Enrica Lexie si trovava, al momento del presunto incidente, in acque internazionali per cui i marò devono essere processati in Italia.
La decisione sulla Enrica Lexie – Per quanto riguarda la Enrica Lexie era arrivata ieri l’autorizzazione della stessa Alta Corte del Kerala di lasciar partire la petroliera, bloccata nel porto di Kochi dal giorno dell’arresto dei marò. La nave poteva, secondo quanto aveva deciso la Corte, lasciare l’India dopo l’adempimento di alcune condizioni, compreso il pagamento di una cauzione. Inoltre il comandante della nave doveva impegnarsi ad apparire, se necessario, dinanzi alle autorità competenti indiane. Una buona notizia secondo i nostri politici ma che ha però scatenato un nuovo ricorso, questa volta da parte dei legali dei familiari di Jalastine Valentine e Ajash Pink, i pescatori uccisi, che appunto non ammettono la decisione del giudice sulla Enrica Lexie. Ricorso che, a quanto pare, è stato accettato dalla stessa corte, dunque la nave resterebbe ancora lì.
Latorre e Girone intervistati dicono di essere ottimisti e al corrente di tutto – I due marò, intanto, sono stati intervistati dal Tg1 in occasione della visita del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola che, ancora una volta, ha ribadito la convinzione che il processo debba svolgersi nel nostro Paese. Latorre e Girone, definiti recentemente dei “terroristi” nel Paese indiano, sono apparsi ottimisti e hanno ripetuto di attendere il giorno che arriverà “la notizia di una soluzione”. Hanno assicurato di conoscere perfettamente gli sviluppi del processo perché “qui ci mettono al corrente di tutto, non ci tengono nascosto nulla”. L’attenzione dell’Italia per le loro sorti resta altissima e l’annuncio della nuova visita di Staffan De Mistura ne è la prova: domenica il sottosegretario agli Esteri italiano ritornerà in India per presenziare a una serie di incontri istituzionali e da lunedì sarà di nuovo accanto ai marò detenuti.