Gli USA: nei campi di “rieducazione” russi almeno 6mila bambini ucraini

Nell'ultimo anno almeno seimila bambini ucraini sono stati costretti a frequentare campi di "rieducazione" russi e diverse centinaia di loro vi sarebbero stati trattenuti per settimane o mesi oltre la data inizialmente prevista per il ritorno. La Russia, inoltre, avrebbe accelerato le pratiche per l'adozione e l'affidamento di bambini provenienti dall'Ucraina in quello che potrebbe costituire un crimine di guerra. Lo rivela il rapporto dello Yale Humanitarian Research Lab, finanziato dal Dipartimento di Stato americano.
Dal rapporto emerge che dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, quasi un anno fa, molti bambini sarebbero stati portati in 43 campi in tutta la Russia, anche in Crimea e in Siberia, per "un'educazione patriottica e militare a favore della Russia". In almeno due campi, la data di rientro dei bambini è stata posticipata di settimane, mentre in altri due campi il rientro di alcuni bambini è stato rinviato a tempo indeterminato.
Secondo il dossier, le autorità russe avrebbero tentato di inculcare nei bambini un punto di vista favorevole a Mosca attraverso i programmi scolastici, le gite in luoghi patriottici e i discorsi dei veterani. In alcuni casi i minori sarebbero stati anche addestrati all'uso delle armi da fuoco.
"Le prove sempre più evidenti delle azioni della Russia mettono a nudo gli obiettivi del Cremlino di negare e sopprimere l'identità, la storia e la cultura dell'Ucraina – ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano in un comunicato – Gli impatti devastanti della guerra di Putin sui bambini ucraini si faranno sentire per generazioni".
Il report chiede che venga concesso l'accesso ai campi a un organismo neutrale e che la Russia interrompa immediatamente le adozioni di bambini ucraini. Secondo il rapporto, 350 bambini sono stati adottati da famiglie russe e più di mille sono in attesa di adozione. L'ambasciata russa a Washington ha replicato su Telegram, affermando che "la Russia ha accettato i bambini che sono stati costretti a fuggire con le loro famiglie dai bombardamenti" e che Mosca fa del suo meglio "per mantenere i minorenni nelle famiglie e, in caso di assenza o morte di genitori e parenti, per trasferire gli orfani sotto tutela".