Ginevra 2, colloqui di pace vicini al fallimento: governativi e oppositori non si parlano

Al terzo giorno, i negoziati di Pace sulla Siria di Ginevra 2 rischiano già di deragliare. La delegazione del governo Assad ha infatti minacciato di abbandonare del tutto i colloqui se "non ci sarà serietà", mentre poco prima il presidente aveva fatto sapere di non essere minimamente intenzionato a cedere il potere. Faysal Miqdad, vice ministro degli esteri del regime, ha affermato che "sogna chi pensa di discutere la rimozione del presidente". La strada verso la pace dunque è ancora in salita. Lakhdar Brahimi – mediatore internazionale – avrà oggi soltanto incontri separati con le due delegazioni siriane. Stamattina ha discusso al Palazzo dell'Onu gli emissari del regime, mentre nel pomeriggio sarà la volta dell'opposizione
Alessandra Vellucci, portavoce delle Nazioni Unite, ha cercato di stemperare la tensione: "Questo processo – ha detto – sta prendendo forma adesso. Passo dopo passo. Ulteriori discussioni sono necessarie. Al momento non si sono colloqui tra siriani, quindi appare assai difficile riuscire ad avviare una discussione su un eventuale successione di Assad, o su una proposta di libere elezioni democratiche. E d'altro canto che la situazione fosse complicata era noto. Già mercoledì, all'apertura dei negoziati, il mediatore Brahimi aveva affermato che non vi era una formula già decisa per i colloqui, lasciando intendere fin da subito che la possibilità che le due parti siriane non si incontrassero mai sarebbe stata tutt'altro che remota: "Quello che cercheremo di fare sarà di parlare su come porre fine a questa guerra sanguinosa. Credo che abbiamo una sorta di road map nel comunicato del 30 giugno 2012 e vedremo come usarla al meglio", aveva aggiunto, riferendosi al documento finale del summit di Ginevra 1 sulla Siria che prevedeva, tra le altre cose, la creazione di un organo di governo transitorio con pieni poteri esecutivi, formato sulla base di un mutuo consenso.