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Guerra in Ucraina

Gazprom continua a esportare gas in Europa attraverso l’Ucraina: “Oggi 57 milioni di metri cubi”

Dopo oltre cinquanta giorni di conflitto, le forniture di gas dalla Russia proseguono e Gazprom continua a fornire gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina. In particolare oggi le richieste sono state di 57 milioni di metri cubi.
A cura di Annalisa Girardi
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Gazprom, il colosso russo dell'energia, continua a fornire gas naturale all'Europa attraverso l'Ucraina. Gli export rimangono il linea con le richieste dei consumatori europei: lo ha comunicato la stessa società, precisando che per oggi, domenica 17 aprile, le richieste sono state di 57 milioni di metri cubi. Insomma nonostante la guerra in Ucraina e le discussioni a livello europeo sull'embargo al gas e al petrolio dalla Russia, le forniture dopo oltre 50 giorni di conflitto continuano.

Tuttavia, sarebbero in diminuzione rispetto alla norma, complice anche l'avvicinarsi della bella stagione. Secondo Bloomberg, qualche giorno fa le esportazioni di Gazprom medie giornaliere sono scese ai minimi degli ultimi tre mesi: il gigante del gas avrebbe esportato in media 407 milioni di metri cubi al giorno verso i Paesi fuori dall'ex Unione sovietica nelle prime due settimane di aprile. Si tratta del 26% in meno rispetto a quanto esportato nello stesso periodo del 2021.

Il Cremlino alcune settimane fa aveva deciso di imporre ai Paesi occidentali il pagamento del gas russo in rubli. La Commissione europea, in risposta, sta preparando delle linee guida per tutte le imprese in Ue, per far sapere che il decreto di Mosca viola le sanzioni imposte contro la Russia. E cresce il timore del blocco completo del gas.

I Paesi più dipendenti dall'energia russa, come l'Italia, si stanno muovendo per cercare altrove le forniture. Solo qualche giorno fa Mario Draghi e Luigi Di Maio si sono recati in Algeria per stringere l'accordo sull'aumento delle esportazioni di gas attraverso il Mediterraneo. Diversificare gli approvvigionamenti si fa ancora più urgente, nel caso in cui il Cremlino decidesse di chiudere i rubinetti: l'obiettivo è quello di avere un modo per "fronteggiare gli eventuali ricatti dalla Russia sul gas" e di poter essere quindi allo stesso tempo anche più incisivi con le sanzioni.

È anche vero che non tutti i Paesi europei sono allo stesso modo vulnerabili dal punto di vista energetico e Putin potrebbe sperare proprio nelle divisioni interne. Che potrebbero finire sul prevalere all'embargo totale. La Commissione però tira dritto e prepara il documento per il blocco del petrolio.

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