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Conflitto Israelo-Palestinese

Gaza, nuovi raid di Israele dopo voto Onu su cessate il fuoco, Usa: “Nessun genocidio”

Dopo il voto Onu sul cessate il fuoco, non si ferma l’azione militare israeliana su Gaza con nuovi raid nei pressi di Rafah. Intanto dopo lo strappo, gli Usa tentato di ricucire con Israele: Oggi incontro tra il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin e il suo omologo israeliano Gallant. Blinken: “Ci sono alternative a invasione di Rafah”.
A cura di Antonio Palma
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I raid di Israele su Gaza non si fermano e all’indomani della risoluzione delle Nazioni Unite, che per la prima volta chiede un cessate il fuoco nel territorio palestinese, l’esercito israeliano ha lanciato nuovi attacchi sulla Striscia, nei pressi di Rafah. Diversi testimoni hanno riferito di attacchi nele prime ore di martedì nei dintorni della città all'estremità meridionale della Striscia di Gaza dove sono ammassati 1,5 milioni di palestinesi e dove il governo di Netanyahu si prepara a lanciare una nuova offensiva militare di terra.

Una reazione che conferma le parole del governo israeliano subito dopo il voto all'Onu. "Non cesseremo il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l'ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa" aveva affermato il ministro degli Esteri Katz. La diplomazia però va avanti, soprattutto attraverso la mediazione degli Usa che ieri però si sono astenuti sul voto facendo passare la risoluzione. Oggi infatti Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin incontrerà il suo omologo israeliano, il ministro della Difesa Yoav Gallant, per discutere dei piani di pace e delle alternative all'invasione di terra della città di Rafah

L’incontro è stato confermato da Pentagono dopo che ieri a caldo Netanyahu aveva annunciato lo stop alla delegazione israeliana di alto livello a Washington per protesta contro il voto Onu. "Ci sono modi per affrontare la minaccia di Hamas, tenendo conto anche della sicurezza dei civili. Mi aspetto che l’incontro riguardi questo tipo di cose”, ha spiegato il portavoce del Pentagono. Un riavvicinamento tra Usa e Israele dopo l’ira di Tel Aviv per il voto all’Onu.

Anche il Segretario di Stato Antony Blinken ha ribadito "il sostegno degli Stati Uniti per assicurare la sconfitta di Hamas, anche a Rafah, pur ribadendo l'opposizione a una grande operazione di terra" che "metterebbe ulteriormente a rischio il benessere degli oltre 1,4 milioni di civili palestinesi che vi si rifugiano". Il Segretario ha sottolineato che "esistono alternative a una grande invasione di terra che garantirebbero meglio la sicurezza di Israele e la protezione dei civili palestinesi". Blinken ha anche discusso della "necessità di aumentare immediatamente e sostenere l'assistenza umanitaria per soddisfare le esigenze dei civili a Gaza".

Dalla Casa bianca si sono affrettati a chiarire che non hanno alcun motivo di pensare che Israele ha commesso atti di genocidio a Gaza. Lo afferma un funzionario americano, dopo che un relatore speciale delle Nazioni Unite ha affermato che ci sono "ragionevoli motivi" per farlo. In un rapporto pubblicato lunedì, il relatore speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi ha affermato che ci sono "ragionevoli motivi" per credere che Israele abbia commesso diversi "atti di genocidio" contro i palestinesi di Gaza.

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