Gaza, Israele lancia nuova offensiva con artiglieria, mezzi corazzati ed elicotteri: “153 morti in 24 ore”

L'esercito israeliano ha avviato una nuova pesante offensiva nella Striscia di Gaza lanciando una serie di attacchi su vasta scala con mezzi corazzati, carri armati e bombardamenti di artiglieria. L’operazione militare denominata “Carri di Gedeone”, ha l’obiettivo di prendere il pieno controllo di diverse aree del territorio palestinese. Secondo Fonti palestinesi, nelle ultime 24 ore si registrano almeno 153 morti, che fanno aumentare un bilancio già tragico.
L'esercito israeliano avanza nella Striscia, civili senza aiuti
Il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, afferma infatti che 153 morti e 459 feriti sono arrivati negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore in seguito agli attacchi israeliani. Un bilancio destinato salire anche oggi: fonti mediche infatti hanno riferito ad Al Jazeera che almeno 13 palestinesi sono stati uccisi oggi nei bombardamenti israeliani a Gaza scattati a partire dalle prime ore di questa mattina 17 maggio. Secondo il direttore dell'ospedale indonesiano nel nord di Gaza, Marwan Al-Sultan, "da mezzanotte la struttura ha ricevuto 58 morti, mentre altre vittime sono sotto le macerie". "La situazione all'interno dell'ospedale è catastrofica", ha dichiarato, citato da Reuters.
I media palestinesi riferiscono che dalle prime ore di sabato veicoli militari blindati israeliani stanno avanzando a sud-est di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, dopo un massiccio bombardamento di artiglieria. Bombe anche nelle zone di Abu Holi, Abu al-Ajin e al-Jafarawi a est di Deir el-Balah. Esplosioni anche nel sud della Striscia, nei dintorni di Khan Younis.

I media locali palestinesi riferiscono anche che elicotteri d'attacco israeliani hanno colpito con fuoco intenso la zona a est di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale anche se qui al momento non ci sono state segnalazioni di vittime.
Nei giorni scorsi le forze israeliane hanno ordinato a migliaia di palestinesi di evacuare da diverse zone della Striscia di Gaza settentrionale in vista del pesante attacco che è scattato venerdì ed è in corso anche oggi. Una situazione drammatica per la popolazione civile che non vede passare né cibo né medicine dai valichi.
Un portavoce del Ministero della Salute di Gaza afferma che "gli effetti della fame stanno diventando evidenti sui corpi" dei palestinesi di Gaza. Si segnala anemia diffusa causata dalla malnutrizione che porta a una grave carenza di sangue donato negli ospedali per i feriti. Una grave e acuta carenza di sangue proprio mentre i medici devono far fronte a un afflusso di pazienti con ferite gravi dovute ai bombardamenti israeliani.
In un post su X, anche la Mezzaluna Rossa Palestinese ha chiesto che i valichi di frontiera con Gaza vengano aperti subito, per fare passare cibo e aiuti medici poiché il territorio è alla fame. "Gaza è lasciata a morire di fame e di sofferenze, senza alcun camion di aiuti in arrivo dal 2 marzo", si legge nel post.
Parlamentari italiani verso Rafah: "Il governo ci faccia entrare a Gaza"
"Gaza oggi è l’inferno in terra. L’Italia deve battere un colpo, Tajani passi dalle parole ai fatti: faccia pressione sulle autorità israeliane affinché Netanyahu cessi di ordinare i bombardamenti di civili e affinché si metta fine al vile ricatto del blocco degli aiuti umanitari", hanno scritto in una nota congiunta Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, leader di Pd, M5s e Avs. Un gruppo di parlamentari di questi gruppi sta viaggiando verso il valico di Rafah: "Chiediamo alla presidente del Consiglio Meloni e al ministro Tajani di impegnarsi perché i nostri parlamentari e le associazioni della società civile, in rappresentanza dei cittadini italiani, possano entrare nella Striscia di Gaza per consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione civile e accompagnarne la distribuzione", hanno dichiarato.
"Abbiamo letto le parole del ministro Tajani che si dice preoccupato per il dramma in corso, causato dal blocco degli aiuti imposto da oltre due mesi dal governo criminale di Netanyahu. Siamo però ancor più preoccupati per l’escalation delle operazioni militari dell’Idf, che da ieri sera sono costate la vita a oltre 100 palestinesi e hanno sin qui causato oltre 60mila vittime. Non si può più restare a guardare, il tempo delle parole è finito", hanno concluso i quattro.