Gaza, gli USA avviano distribuzione di cibo: Israele escluso. Borrell accusa Tel Aviv di genocidio

"Faremo arrivare cibo a Gaza". Con queste parole, il presidente USA Donald Trump aveva promesso un intervento umanitario nella Striscia, lo stesso giorno in cui annunciava una "massiccia invasione" da parte di Benjamin Netanyahu. Nella serata del 9 maggio, Washington ha confermato che il piano di aiuti è pronto: gli Stati Uniti si occuperanno della distribuzione alimentare, ma Israele non sarà coinvolto in alcuna fase operativa.
Una scelta significativa, che rappresenta un primo tentativo di sottrarre la popolazione di Gaza alla completa dipendenza dalle decisioni dello Stato ebraico in materia di approvvigionamenti. "Gli israeliani garantiranno la sicurezza militare dell’operazione, essendo Gaza una zona di guerra, ma non parteciperanno né al trasporto né alla distribuzione del cibo", ha spiegato l’ambasciatore statunitense in Israele, Mike Huckabee, durante una conferenza stampa.
Intanto, le Nazioni Unite esprimono forti preoccupazioni. "È molto difficile pensare a una distribuzione efficace degli aiuti umanitari senza il coinvolgimento dell'Unrwa", ha dichiarato Juliette Touma, portavoce dell’agenzia per i rifugiati palestinesi, nel corso di un briefing ad Amman. "Siamo la più grande organizzazione umanitaria attiva a Gaza: sostituirci è impossibile". Già un paio di giorni fa, a Fanpage.it, aveva descritto parlato di una situazione di "non ritorno per l'umanità" a Gaza.
Dal 2 marzo Israele ha bloccato l’ingresso di qualsiasi aiuto nel territorio palestinese, dove vivono circa 2,4 milioni di persone. Il 18 marzo è ripresa l’offensiva militare, mentre Tel Aviv sostiene che il blocco serva a fare pressione su Hamas per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti dopo l’attacco del 7 ottobre 2023. Israele accusa inoltre il movimento islamista di dirottare gli aiuti destinati alla popolazione, proponendo di gestirne la distribuzione tramite centri controllati dai propri militari, un’idea duramente criticata da Onu e ong.
Nel frattempo, i raid israeliani continuano. Nelle ultime ore, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno colpito Gaza City e Rafah con nuovi attacchi aerei, uccidendo almeno sette persone, tra cui cinque membri della stessa famiglia.
Parole durissime arrivano anche da Josep Borrell, ex Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea, che ha accusato Israele di "genocidio". "Stiamo assistendo alla più grande operazione di pulizia etnica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale", ha dichiarato in un’intervista al Guardian, facendo riferimento al presunto piano promosso da Donald Trump per trasformare Gaza in una meta turistica, una volta rimosse le macerie e scomparsi i palestinesi. "Sappiamo bene cosa sta accadendo e conosciamo le dichiarazioni dei ministri di Netanyahu: sono affermazioni che rivelano chiari intenti genocidi".