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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

“Ci saranno altre stragi di civili a Gaza”: gli USA accusano Hamas, ma l’ONU punta il dito contro Israele

Hamas respinge le accuse del Dipartimento di Stato USA di voler violare la tregua a Gaza, definendole “propaganda israeliana”. L’ONU denuncia gravi violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele, responsabile di uccisioni di civili e ostacoli agli aiuti umanitari.
A cura di Davide Falcioni
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Hamas ha respinto con decisione le accuse del Dipartimento di Stato americano secondo cui il gruppo palestinese starebbe preparando un imminente attacco contro civili a Gaza, in violazione dell’accordo di cessate il fuoco mediato da Washington. In una dichiarazione diffusa domenica, il movimento islamico ha definito le affermazioni statunitensi "false" e "perfettamente allineate con la propaganda israeliana", accusando gli USA di fornire "copertura politica" ai "crimini e all’aggressione organizzata dell’occupazione" contro la popolazione palestinese.

Il Dipartimento di Stato aveva affermato di aver ricevuto "rapporti credibili" che indicavano un imminente attacco da parte di Hamas contro la popolazione di Gaza, in "grave violazione del cessate il fuoco". Gli Stati Uniti avevano inoltre avvertito che, in caso di conferma, sarebbero state adottate "misure per proteggere i civili e preservare l’integrità dell’accordo". Tuttavia, non sono stati forniti dettagli né prove concrete sulle presunte azioni pianificate.

Hamas ha reagito duramente, invitando Washington a "smettere di ripetere la narrazione ingannevole dell’occupazione israeliana" e a concentrarsi piuttosto "sulle sue ripetute violazioni del cessate il fuoco".

Il movimento islamico ha difeso il suo attacco a quelle che ha definito "bande criminali armate, finanziate e sostenute da Israele e operanti a Gaza", che, ha aggiunto, stavano compiendo "uccisioni, rapimenti, furti di camion di aiuti umanitari e aggressioni contro civili palestinesi". Hamas ha affermato che le sue operazioni si stavano svolgendo secondo "leggi chiare" e che erano necessarie per il mantenimento della sicurezza a Gaza.

L’ONU mette in guardia: "Gravi violazioni dei diritti umani e del cessate il fuoco"

In un contesto di crescente tensione, già giovedì scorso l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati ha espresso forte preoccupazione per la spirale di violenza che continua a colpire Gaza.

Secondo l’ONU, persistono "gravi violazioni del diritto internazionale" sia da parte dei gruppi armati palestinesi – con segnalazioni di esecuzioni sommarie e scontri interni – sia soprattutto da parte delle forze israeliane, che avrebbero ucciso civili palestinesi nelle aree prossime alle loro postazioni militari.

Dal 10 ottobre, decine di civili palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano di rientrare nelle proprie abitazioni nelle zone orientali di Gaza City e nel nord della Striscia. L’Ufficio delle Nazioni Unite ha ricordato che l’esercito israeliano resta vincolato dai principi di distinzione e proporzionalità previsti dal diritto internazionale umanitario e ha ammonito che "prendere di mira civili che non partecipano alle ostilità costituisce un crimine di guerra".

Ajith Sunghay, capo dell’Ufficio ONU per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati, ha ribadito che "la situazione a Gaza rimane estremamente precaria" e ha invitato tutte le parti a garantire il rispetto del cessate il fuoco, "passaggio essenziale verso la piena realizzazione del diritto dei palestinesi all’autodeterminazione".

Israele accusato di violare l’accordo di pace

Dalla sua entrata in vigore, la tregua negoziata con la mediazione statunitense è stata segnata da accuse reciproche tra Hamas e Israele. Tuttavia, le prove raccolte sul terreno indicano che la maggior parte delle violazioni proviene dalle forze israeliane.

Il Governo di Gaza ha denunciato quasi cinquanta attacchi israeliani dall’inizio del cessate il fuoco, che hanno provocato almeno 38 morti e oltre 140 feriti palestinesi. Secondo le autorità locali, l’esercito israeliano avrebbe bombardato civili e impedito la riapertura del valico di Rafah con l’Egitto, bloccando l’arrivo degli aiuti umanitari.

Organizzazioni umanitarie e osservatori internazionali sottolineano che il rifiuto di Israele di consentire la piena attuazione dell’accordo rischia di far naufragare la fragile tregua e di alimentare nuove violenze.

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