Furto al Louvre, il lato del museo da cui sono entrati i ladri non era sorvegliato da nessuna telecamera

È bastata una parete senza telecamera per infliggere al museo più famoso del mondo uno dei furti più imbarazzanti della sua storia. In soli sette minuti, domenica scorsa quattro uomini hanno rubato gioielli per un valore di 88 milioni di euro dalla Galleria Apollo del Louvre, approfittando di una falla clamorosa nel sistema di sorveglianza: il punto d’ingresso usato dei ladri non era coperto da alcuna telecamera.
La direttrice del museo, Laurence des Cars, ha riconosciuto davanti ai senatori francesi una "terribile mancanza", parlando di una sorveglianza "altamente insufficiente" lungo le mura esterne del vasto edificio. "L’unica telecamera presente era orientata verso ovest – ha spiegato – e non inquadrava il balcone utilizzato per l’effrazione".
Secondo la ricostruzione, i rapinatori si sono presentati a bordo di un camion con scala estensibile e montacarichi, anch'esso rubato e parcheggiato contromano su un marciapiede del Quai François-Mitterrand, a pochi metri dalla Senna. I banditi hanno piazzato alcuni paletti fingendo di eseguire lavori di manutenzione, poi hanno tagliato il vetro di una finestra del Loucre e sono entrati indisturbati nella galleria. Tutti gli allarmi hanno suonato, ma in pochi minuti erano già fuggiti.

Solo l’intervento di alcune guardie di sicurezza esterne, che hanno impedito ai ladri di incendiare il furgone, ha permesso di recuperare una parte importante della refurtiva, ad esempio una corona di diamanti e smeraldi caduta durante la fuga e messa al sicuro dai custodi.
Des Cars ha dichiarato di aver rassegnato le dimissioni dopo l’accaduto, respinte dalla ministra della Cultura Rachida Dati, e ha difeso il piano di sicurezza da 80 milioni di euro in corso di implementazione. Tuttavia, ha dovuto ammettere che molte telecamere perimetrali sono "obsolete" e che la copertura video delle facciate rimane incompleta.
Il museo del Louvre ha riaperto ieri dopo tre giorni dal furto; i ladri sono ancora in fuga e gli investigatori hanno fatto sapere che si tratterebbe dei membri di una collaudata banda criminale. Resta intanto l’amara constatazione che, nel cuore di Parigi, il museo più celebre del mondo – custode della Gioconda e di migliaia di tesori dell’umanità – è stato violato proprio dove nessuno lo stava guardando.