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Francia, primo dibattito tv per la corsa all’Eliseo: prevale Macron, scontro su immigrazione

Secondo i sondaggi Emmanuel Macron ha convinto di più nel primo dibattito elettorale a 5 settimane dal voto. Al centro del confronto sicurezza e immigrazione.
A cura di Susanna Picone
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Marine Le Pen, Emmanuel Macron, Francois Fillon, Benoit Hamon e Jean-Luc Mélenchon: i cinque principali candidati della corsa all'Eliseo si sono sfidati lunedì sera per la prima volta in diretta sulla tv francese Tf1. Il dibattito elettorale – il primo di tre previsti prima del voto – è durato tre ore e si è scaldato dopo oltre un'ora di dichiarazioni. Hanno finalmente trovato spazio i rispettivi programmi del candidati all’Eliseo, finora oscurati a causa degli scandali che hanno investito alcuni di loro. Secondo un sondaggio Elabe per Bfm-Tv svolto dopo il dibattito a convincere di più è stato Emmanuel Macron. Secondo il sondaggio, l'ex ministro trentanovenne ha convinto il 29 percento dei telespettatori intervistati, seguito, al 20 percento, dal leader della sinistra alternativa, Jean-Luc Mélenchon. La candidata del Front National Marine Le Pen e quello dei Républicains, Francois Fillon, sono entrambi al terzo posto, al 19 percento. Più in difficoltà il socialista Benoit Hamon, che chiude la classifica con l'11 percento.

Le Pen: "Fermiamo immigrazione" – “Tutti quelli che sono qui ci sono da anni, sono i rappresentanti della vecchia politica. Io ho creato un movimento nuovo, che vuole rinnovare il Paese”, così Macron, in testa ai sondaggi, ha voluto prendere le distanze da tutti gli altri candidati nel dibattito televisivo a 5 settimane dal voto. Al centro del dibattito ci sono stati temi economici, della sicurezza e dell'immigrazione. “Fermiamo questa immigrazione, i francesi non ne possono più”, ha tuonato Le Pen, secondo cui la Francia “non può offrire a nessuno del lavoro che non c'è neppure per i francesi”. “Lei è drogata da pagine di cronaca”, ha replicato Hamon. Francois Fillon si è proposto come “il presidente che proteggerà dai disordini e dalle violenze interne ed esterne. Interne perché la violenza non ha smesso di aumentare, viviamo in un mondo incerto e pericoloso con un presidente americano imprevedibile e un pericolo mortale che è il jihadismo islamico”.

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