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“Forti dolori a ossa e gambe, pensavo fosse l’attività sportiva invece era un tumore”: la storia di Carly

“Mi facevano male le ossa, soprattutto quelle delle gambe, ma pensavo fosse solo a causa delle tante attività sportive che praticavo”. La storia di Carly M., 45enne australiana, che ha scoperto di avere un cancro ai polmoni. Dopo un intervento e una nuova ricaduta, continua a curarsi e a lavorare con alcune associazioni per fare sensibilizzazione: “Finché ci sarà speranza, anche solo l’uno per cento, continuerò a provarci”.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

"Mi facevano male le ossa, soprattutto quelle delle gambe, ma pensavo fosse solo a causa delle tante attività sportive che praticavo". Inizia così il racconto di Carly M., 45enne australiana, che ha scoperto di avere un cancro ai polmoni, dopo aver sviluppato sintomi che a lei non sembravano correlati con la malattia.

Tutto è iniziato nel 2021 quando, dopo aver iniziato a sentire forti dolori alle ossa e alle gambe, la 45enne aveva deciso di rivolgersi al suo medico di base che all'epoca aveva disposto alcuni accertamenti. Da questi però non era emerso nulla di preoccupante. Tuttavia, il dolore persisteva, ha spiegato la donna al quotidiano britannico Daily Mail.

"Ho dovuto prendere antidolorifici tutto il giorno, al punto che pensavo di impazzire perché non riuscivo a capire cosa non andasse. Non avevo i classici sintomi: tosse, respiro sibilante, mancanza di respiro, niente che potesse alludere a qualcosa che non andava nei miei polmoni", ha ricordato ancora.

A quel punto, visto il persistere delle sue condizioni, il medico le aveva consigliato di sottoporsi ad altri esami, tra cui una radiografia al torace. Questa le aveva confermato la presenza di una grossa massa intorno al polmone sinistro.

La notizia aveva sconvolto la 45enne, che aveva sempre condotto una vita sana: aveva sempre praticato dell'attività sportiva e non fumava, era quindi convinta di non essere una paziente ‘a rischio'. Ma i fattori che contribuiscono  allo sviluppo del cancro ai polmoni nei non fumatori sono diversi, tra cui fattori genetici e ambientali.

La donna aveva subito iniziato le cure e nel 2022 si era sottoposta a un intervento per rimuovere il tumore. Dopo un anno di convalescenza, aveva iniziato a sentirsi meglio. Tuttavia, nel giugno 2024 la malattia si è ripresentata in una forma più aggressiva. "Ero distrutta, sentivo che questa cosa aveva cambiato le carte in tavola", ha detto la donna.

Nonostante la difficile diagnosi, Carly M. cerca di rimanere ottimista. Lavora con diverse associazioni e cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della ricerca, che resta necessaria per la cura e la prevenzione del cancro ai polmoni e che, lei spera, potrà essere utile alle generazioni future.

A luglio la Lung Foundation Australia, una delle organizzazioni con cui la 45enne collabora, lancerà in tutto il Paese un programma di screening per il cancro ai polmoni, con l'obiettivo di diagnosticare precocemente la malattia.

La donna ha raccontato che, quando pensa al suo futuro, ammette di avere dei "momenti di sconforto" ma che si rifiuta di lasciare che il suo stato determini il modo in cui vive la sua vita in questo momento. "Sono determinata a prendere ogni giorno come viene – ha detto – e a godermi le piccole cose. Finché ci sarà speranza, anche solo l'uno per cento, continuerò a provarci".

"Guardo i miei figli e non ho scelta. – ha aggiunto – Devo solo andare avanti".

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