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Elezioni Spagna 2023, i risultati definitivi: vincono i Popolari ma non hanno la maggioranza

Il Partito Popolare è stato il più votato alle elezioni generali in Spagna, ma non arriva (anche con i voti di Vox, che però ha registrato un risultato deludente) alla maggioranza assoluta. Non vince nemmeno la sinistra, anche se il PSOE di Pedro Sanchez porta a casa una rimonta. Per ora, è stallo.
A cura di Annalisa Cangemi
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I Popolari hanno vinto le elezioni in Spagna, ma non hanno ottenuto la maggioranza assoluta. La situazione quindi, dopo le elezioni generali anticipate di cinque mesi dal premier socialista Pedro Sanchez dopo la vittoria del PP alle elezioni regionali e comunali del 28 maggio, è di stallo. Nessuno schieramento ha la maggioranza assoluta: tanto il leader dei Popolari, Alberto Núñez Feijóo, quanto quello del PSOE, il primo ministro uscente Pedro Sanchez, hanno annunciato di essere già al lavoro per cercare di capire come formare un nuovo governo, ma la possibilità di tornare alle urne resta reale.

I risultati definitivi: i seggi per ogni partito

Nessun partito è arrivato alla maggioranza assoluta di 176 seggi su 350, così come sono lontane dalla soglia le alleanze Psoe-Sumar e Pp-Vox. Ecco la situazione per quanto riguarda il numero di seggi conquistati e le variazioni rispetto all'ultima tornata elettorale del 2019:

  • PP: 136 seggi (+47)
  • PSOE: 122 seggi (+2)
  • Vox: 33 seggi (-19)
  • Sumar: 31 seggi (-7 rispetto a UP+MP)
  • ERC – Esquerra Repubblicana de Catalunya: 7 (-6)
  • JuntsxCat: 7 (-1)
  • EH Bildu: 6 (+1)
  • EAJ-PNV: 5 (-1)
  • BNG: 1 (0)
  • CC: 1 (-1)
  • UPN: 1 (-1)

Il partito di estrema destra spagnolo Vox perde voti e quindi seggi in Parlamento rispetto alla precedente elezione del 2019: la formazione di Santiago Abascal ha conquistato il 12,4% dei voti pari a 33 seggi, 19 meno di quelli detenuti attualmente. Il portavoce di Vox ha fatto sapere che l'apparizione pubblica prevista per il leader nella serata elettorale è stata annullata.

Questo appuntamento elettorale arriva in un momento delicato per il Paese iberico, che dall'1 luglio ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea. Le forze in campo sono: il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) del premier Pedro Sanchez, che corre per la rielezione alla Moncloa; il Partito popolare di centrodestra, guidato da Alberto Núñez Feijóo; il partito di ultradestra Vox, guidato da Santiago Abascal; Sumar, piattaforma progressista guidata dalla ministra del Lavoro Yolanda Diaz, che ha raccolto al suo interno 16 forze politiche di sinistra, inclusa Podemos. Per governare è necessario arrivare alla maggioranza assoluta al Congresso, cioè 176 deputati, alla prima votazione, altrimenti basta la maggioranza semplice in seconda votazione.

I sondaggi, (gli ultimi disponibili risalgono al 17 luglio), davano come favorito il Pp, guidato da Alberto Núñez Feijóo, ma senza maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. I popolari potrebbero raggiungerla solo sommando i seggi di Vox, il partito di ultradestra guidato da Santiago Abascal. Sanchez dal canto suo ha cercato di sfruttare gli ultimi giorni di campagna elettorale per tentare una rimonta e continuare a governare nel Paese con l'appoggio della piattaforma progressista Sumar.

L'affluenza alle elezioni in Spagna 2023

L'affluenza totale alle elezioni generali anticipate in Spagna è stata del 68,23 per cento. Lo ha reso noto il ministero degli Interni di Madrid. I dati finali hanno segnato un aumento del 2,12 per cento in più rispetto alle elezioni del 2019. Alle 18 l'affluenza alle elezioni generali era al 53 per cento, in calo di quasi 4 punti rispetto alla stessa ora del 2019. Un dato in controtendenza rispetto a quello delle 12 quando era stata superiore di 2,4 punti percentuali.

Chi sono i candidati alle elezioni in Spagna 2023

Il premier uscente e leader dei socialisti, Pedro Sanchez

Alle elezioni spagnole si è candidato il 51enne leader socialista spagnolo, Pedro Sanchez, che ha deciso di giocarsi tutto, dopo la batosta elettorale alle amministrative dello scorso maggio, convocando le elezioni anticipate, sebbene i pronostici lo dessero  per sconfitto. Nella sua carriera ‘Pedro El guapo', Pedro il bello come viene chiamato in Spagna, ha dimostrato più volte di spuntarla, scommettendo contro tutti, anche all'interno del Partito socialista che nel 2016 l'aveva defenestrato da leader perché si era rifiutato di appoggiare il ritorno in carica di Rajoy dopo le due elezioni che si erano concluse senza una maggioranza.

Ma pochi mesi dopo, contro ogni aspettativa, Sanchez aveva vinto le primarie del partito socialista, avviando il percorso che, in poco più di un anno, attraverso il sostegno di Podemos, lo ha poi portato alla Moncloa. Vincitore delle elezioni del 2019, Sanchez in questi anni ha portato avanti un programma molto spostato a sinistra, con riforme delle leggi sul lavoro, l'aumento del salario minimo e i sussidi alle famiglie a basso reddito, ma anche leggi per la tutela delle donne, in particolare la legge sul consenso ‘solo sì es si' (solo sì significa sì) contro la violenza sessuale e i femminicidi.

Il leader dei Popolari, Alberto Nunez Feijoo

Tutti i sondaggi, tranne uno di un istituto però vicino ai socialisti, davano il Pp di Alberto Nunez Feijoo in vantaggio sul Psoe. Nato in un piccolo paesino della Galizia, Alberto Núñez Feijóo, 61enne senatore e candidato premier del Partito Popolare spagnolo, padre di un figlio di 6 anni, è sicuramente il favorito. La sua promessa è quella di "abrogare il sanchismo". Si misura con la sfida delle urne dopo 15 mesi da leader del Pp, dopo quattro mandati consecutivi da governatore galiziano (2009-2022). Il suo sogno è quello di riportare il Pp ai fasti dei tempi migliori, quelli dei governi di José María Aznar e di un altro galiziano doc come Mariano Rajoy. Per tutta la campagna elettorale ha detto di voler ottenere il massimo sostegno da parte degli spagnoli, in modo da avere piena autonomia per la formazione del nuovo governo.

Il leader di Vox, Santiago Abascal

Potrebbe invece risultare indispensabile il leader di Vox Santiago Abascal, 47enne, ex militante del Pp, che ha rivitalizzato un'estrema destra che arrancava, dopo la fine della dittatura di Franco nel 1975. Nato da una scissione dal Pp nel 2013, il suo partito è divenuto nel 2019 la terza forza politica del Congresso.

"Spero che Vox abbia un ruolo importante nel prossimo governo, è arrivato il tempo dei patrioti", sono state le parole pronunciate da Meloni, in collegamento con Valencia lo scorso 13 luglio. La premier italiana ha aggiunto: "Insieme siamo parte fondamentale dei conservatori europei, mancano dieci giorni per avere i patrioti al governo in Spagna, è cruciale una alternativa patriottica". La presidente del Consiglio nel suo intervento ha anche sottolineato "il grande legame che unisce Fratelli d'Italia a Vox". Un legame testimoniato dai diversi interventi che la leader di Fdi nel suo spagnolo fluente ha fatto in eventi e comizi di Vox, dall'intervento a Madrid nell'ottobre 2021 in cui rilanciò in spagnolo ‘Yo soy Giorgia, soy una mujer, soy una madre, soy italiana, soy cristiana'  lo slogan che ha segnato la sua ascesa elettorale in Italia. Fino alla partecipazione, nel giugno del 2022, al comizio a Marbella con l'appassionato attacco alla "lobby Lgbt" e ai "burocrati di Bruxelles". Il legame tra Meloni e Abascal non è mai venuto meno, al punto che il leader di Vox dopo la vittoria elettorale di Fdi lo scorso settembre, si è congratulato con Meloni per "aver mostrato il cammino per un'Europa orgogliosa, libera e di nazioni sovrane, capace di cooperare per la sicurezza e la prosperità di tutti".

La leader di Sumar, Yolanda Diaz

"Siamo la chiave dell'esistenza di un governo progressista". Così Yolanda Diaz ha rivendicato il ruolo chiave che avrebbe potuto avere per un'ipotetica prosecuzione del governo di Pedro Sanchez la formazione politica da lei battezzata poco prima della convocazione delle elezioni anticipate di domenica prossima. Sumar (Unire) è riuscito nell'impresa di unire 15 partiti della variegata sinistra spagnola, compreso ora Podemos, e i sondaggi lo davano in lotta con Vox per il posto di terza formazione politica del Paese.

Nell'annunciare la nascita del partito, lo scorso aprile a Madrid, la 52enne vicepremier e ministra del Lavoro dell'attuale governo Sanchez ha detto che il suo obiettivo è quello di diventare "la prima presidente del governo della Spagna perché il momento delle donne deve venire e le donne vogliono essere quelle che fanno la storia". Ex membro del Partito Comunista, a 23 anni leader di Esquerda Unida, negli ultimi anni si è presentata in tre occasioni con Podemos. Avvocata giusvalorista, come ministra del Lavoro si è battuta per l'aumento del salario minimo e la riduzione del precariato.

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