Egitto: la comunità internazionale spinge per le dimissioni di Morsi (DIRETTA)

Ore 23 – Il presidente Mohamed Morsi ha chiesto all'esercito di ritirare il suo ultimatum riaffermando la sua “legittimità costituzionale”.
Ore 22 – È salito ad almeno sette morti accertati il bilancio dei nuovi scontri divampati in serata al Cairo tra militanti islamisti, sostenitori di Mohamed Morsi, e attivisti dell'opposizione, che ne reclamano le dimissioni: lo hanno riferito fonti sanitarie locali, secondo cui i disordini si sono concentrati nel sobborgo meridionale di Giza. I feriti ammontano a diverse decine, alcuni dei quali “in condizioni critiche per lesioni da armi da fuoco”, hanno aggiunto le stesse fonti. Intanto il ministro della Difesa e capo di Stato Maggiore delle Forze Armate egiziane, generale Abdel Fattah al-Sisi, avrebbe chiesto al presidente Mohamed Morsi di fare un passo indietro e di "lasciare l'incarico per evitare spargimenti di sangue". La richiesta sarebbe arrivata durante la terza riunione in 24 ore tra Morsi e al-Sisi. Durante il colloquio il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate egiziane avrebbe ribadito al presidente che quella delle sue dimissioni è ormai divenuta una “richiesta popolare”. Morsi appare inoltre sempre più solo: il primo ministro Qandil, per contribuire ad allentare la crisi in atto, ha messo a disposizione il mandato nelle mani del presidente. A dimettersi durante la giornata sono stati anche tre dei portavoce di Morsi.
Ore 16.03 – Il segretario generale dell'Onu ban Ki-moon ha espresso preoccupazione per presunti episodi di violenza sessuale nei confronti di manifestanti donne: "Spero – ha detto – che la crisi venga gestita in modo pacifico e che si presti maggiore attenzione verso le donne che scendono in piazza".
Ore 15.40 – Il fotoreporter David Degner ha postato una foto: mostra i manifestanti scambiarsi fette di cocomero…
Ore 15.35 – Il Canada ha chiuso la sua ambasciata a Il Cairo. Rick Roth, portavoce del ministero degli esteri, ha comunicato che la decisione è stata presa per il timore che possa esplodere la violenza: domani infatti scade l'ultimatum dato dall'esercito a Morsi. Se non verrà rispettato, i generali "risolveranno" con la forza la situazione.
Ore 15.22 – Morsi ha incontrato il primo ministro Hesham Qandil e il ministro della Difesa, generale Abdel Fattah al-Sisi. Al centro della discussione le manifestazioni che si stanno svolgendo anche in queste ore in tutto il Paese: sale di minuto in minuto la tensione. L'ufficio di presidenza ha appena postato una foto dell'incontro.
Ore 15.12 – Un sito web chiamato "Morsi Timer" è stato impostato con un timer che conta le ore e minuti al termine fissato dai militari egiziani.
Cresce di ora in ora la pressione della comunità internazionale intorno al presidente Mohamed Morsi al quale, ore dopo aver respinto l'ultimatum dell'esercito, arrivano "consigli" affinché apra un dialogo con i manifestanti. L'ufficio delle Nazioni Unite sui diritti umani ha invitato il presidente egiziano ad intavolare una discussione seria per disinnescare la crisi prima che sia troppo tardi. In precedenza il presidente Obama aveva parlato con Morsi, sottolineando che "la democrazia è molto di più di vincere le elezioni, si tratta anche di garantire libertà di espressione a tutti i cittadini". Intanto proprio in queste ore milioni di persone sono scese in piazza: la richiesta è quella delle dimissioni del presidente. Intanto alle 17 scade l'ultimatum dell'opposizione: dopo quel termine hanno minacciato di avviare una campagna di "disobbedienza civile".
Intanto la situazione di stallo ha prodotto le dimissioni di numerosi ministri del governo Morsi: da quello del turismo a quello della comunicazione, passando per il ministro degli affari giuridici, quello dell'ambiente e in ultimo, stamattina, il ministro degli esteri Mohamed Kamel Amr. Morsi ha perso anche l'appoggio di Sami Enan, il suo consigliere militare, che dimettendosi ha dichiarato che l'esercito non tradirà la volontà del popolo egiziano.