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Egitto, dimostranti assaltano l’ambasciata israeliana al Cairo

I manifestanti dopo aver sfondato il muro di recinzione hanno invaso l’edificio, buttando documenti dalle finestre e ammainando la bandiera israeliana. L’ambasciatore israeliano è stato salvato da commandos egiziani ed è ritornato in patria. Un primo bilancio degli scontri con la Polizia parla di almeno 400 feriti.
A cura di Antonio Palma
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Scontri in Egitto

Violenti scontri sono in corso da ieri sera nella capitale egiziana, qualche migliaio di manifestanti inferociti ha inscenato selvagge proteste all’esterno dell’ambasciata israeliana e poi l’hanno invasa. Dopo aver abbattuto il muro di recinzione, i manifestanti sono corsi negli uffici interni iniziando un saccheggio che ha costretto l’ambasciatore israeliano ad una fuga precipitosa verso l’aeroporto.

Dopo l’intervento della Polizia in assetto antisommossa, gli scontri sono continuati intorno all'ambasciata e si sono protratti per tutta la notte, il bilancio parziale parla di 17 arresti e almeno 400 feriti. Numerosi mezzi delle forze dell’ordine, ma anche blindati militari, in questo momento stanno sorvegliando la zona che si presenta come un campo di battaglia, pieno di carcasse di auto bruciate, fumo e macerie. La bandiera israeliana è stata ammainata sull’edificio della missione diplomatica e tutto il personale dell’ambasciata è stato evacuato. L’ambasciatore ha fatto ritorno in Israele, mentre a rappresentare gli interessi dello Stato ebraico è rimasto il console.

La situazione è molto grave, l’attacco ad un’ambasciata che gode di extraterritorialità è un attacco contro il Paese che rappresenta. Forti preoccupazioni da Israele che ha chiesto immediatamente aiuto agli alleati americani. Dopo il colloquio con Netanyahu, il presidente americano Barack Obama si è subito attivato e ha chiesto all'Egitto di garantire la sicurezza dell'ambasciata israeliana a Il Cairo. Secondo le prime voci a portare in salvo l’ambasciatore è stato proprio un commando di forze speciali dell’esercito egiziano. Intanto, il Ministro dell'Interno egiziano ha dichiarato lo stato di allerta e il Primo Ministro ha convocato una riunione di crisi, così come è stato fatto anche in Israele.

Le tensioni tra i due Paesi hanno subito un’escalation nelle ultime settimane. I manifestanti, infatti, protestavano contro Israele per l’uccisione di cinque militari egiziani avvenuta al confine tra i due Paesi, in operazioni militari di Tel Aviv contro gruppi di terroristi dopo i vari attentati di agosto. Il territorio desertico di confine tra Israele, Egitto e striscia di Gaza è da sempre teatro di contrasti perché difficilmente controllabile e da dove negli anni sono passati terroristi, materiali e armi per i palestinesi e in particolare per gli uomini di Hamas.

Dopo la cacciata di Mubarak, l’Egitto è alle prese con un periodo di transizione sotto la guida di un Consiglio supremo delle forze armate, che dovrebbe traghettare il Paese verso le elezioni. Questa situazione ovviamente si ripercuote sulla capacità di controllo di una frontiera molto difficile da gestire. Il precario equilibrio che Israele aveva trovato con i precedenti accordi è stato spazzato via dalle sommosse popolari che attraversano tutto il mondo arabo. Per Israele è una situazione molto delicata, dopo i feroci contrasti con il Governo turco sul caso Freedom Flotilla, ora si è riaperto il vecchio fronte egiziano, che se non controllato a dovere creerà nuove zone franche dove i gruppi terroristi potrebbero avere vita facile.

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