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Cambiamenti climatici

Due tifoni in 7 giorni nelle Filippine, oltre 900mila evacuati: cosa c’entra il cambiamento climatico

In una sola settimana le Filippine affrontano due tifoni devastanti: dopo Kalmaegi arriva Fung-wong, con oltre 900mila evacuati e piogge torrenziali. Gli esperti avvertono: il riscaldamento globale sta amplificando frequenza e forza delle tempeste tropicali.
A cura di Davide Falcioni
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Le Filippine si preparano ad affrontare un secondo tifone in meno di una settimana. Dopo la scia di distruzione lasciata da Kalmaegi, che ha ucciso quasi 200 persone, ora Fung-wong – conosciuto localmente come Uwan – sta colpendo il Paese con venti violenti e piogge torrenziali. Le autorità hanno ordinato l’evacuazione di oltre 900.000 persone in undici regioni, mentre scuole, aeroporti e attività commerciali sono stati chiusi per precauzione.

Un Paese allo stremo: quattro tifoni e due terremoti in sette settimane

Le Filippine stanno vivendo una stagione di calamità senza precedenti: quattro tifoni e due terremoti in sette settimane. "La popolazione è sotto shock", ha dichiarato alla CNN Butch Meily, presidente della Philippine Disaster Resilience Foundation (PDRF). "Ci stiamo preparando, ma questa serie di disastri sta mettendo alla prova la nostra capacità di resistere".

Le autorità hanno attivato un centro operativo 24 ore su 24 nei pressi di Manila, mentre migliaia di famiglie trovano rifugio in palestre, scuole e centri pubblici. Le operazioni di soccorso nelle aree già devastate da Kalmaegi, come Cebu e Davao, sono state sospese per concentrare risorse e personale sull’emergenza attuale.

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Nel frattempo, i venti di oltre 180 km/h e le raffiche fino a 230 km/h stanno già provocando gravi danni nelle province costiere di Luzon e Catanduanes, con allagamenti estesi e frane in diverse aree montuose. Le autorità parlano di "allerta rossa" e di un rischio elevato per la popolazione, soprattutto nei villaggi rurali dove le infrastrutture sono fragili.

Il tifone Kalmaegi, solo pochi giorni fa, ha travolto il centro del Paese lasciando dietro di sé interi quartieri distrutti e decine di migliaia di sfollati. A Cebu, epicentro del disastro, molte comunità non avevano ancora terminato le operazioni di recupero quando è arrivato l’allarme per Fung-wong. Gran parte delle vittime di Kalmaegi è annegata, intrappolata in case sommerse dalle piogge incessanti e dai canali di scolo ostruiti. Le autorità locali hanno denunciato la mancanza di manutenzione delle infrastrutture idriche e la scarsa conoscenza dei sistemi di allerta precoce.

L’impronta del cambiamento climatico

Dietro la sequenza di catastrofi che colpisce le Filippine si cela un nemico ormai noto: la crisi climatica. Gli scienziati avvertono da anni che il riscaldamento globale sta intensificando la potenza e la frequenza dei tifoni nel Pacifico occidentale, la zona tropicale più attiva del pianeta.

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Oceani sempre più caldi, alimentati da decenni di emissioni di gas serra, forniscono ai cicloni tropicali un’enorme quantità di energia. L’aria più calda trattiene più umidità, che poi si scarica in forma di piogge torrenziali, rendendo ogni evento meteorologico potenzialmente più distruttivo. "Una volta ci concentravamo solo su dove il tifone avrebbe toccato terra", spiega Butch Meily. "Oggi dobbiamo guardare all’intera fascia di pioggia, perché si estende per centinaia di chilometri e provoca alluvioni anche lontano dall’impatto diretto".

Fung-wong è la ventunesima tempesta a colpire le Filippine quest’anno, un numero che sottolinea come le condizioni estreme stiano diventando sempre più frequenti.  Gli esperti concordano: ciò che un tempo era eccezionale sta diventando la nuova normalità. E per le Filippine, in prima linea nella crisi climatica globale, il prezzo da pagare è sempre più alto.

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