Dopo 25 anni risolto il mistero di Bear Brook, l’ultima vittima ha un nome: chi è la bimba trovata in un barile

Per più di 25 anni l'identità di una bambina trovata morta in un barile abbandonato in un parco del New Hampshire era rimasta un mistero. Ora le autorità locali hanno annunciato di essere riuscite a dare un nome alla vittima. Sarebbe figlia di un presunto serial killer, conosciuto come "l'assassino camaleonte".
Il caso del Bear Brook State Park è iniziato nel 1985, quando furono rinvenuti dentro dei barili i corpi di una donna e di sua figlia. Quindici anni dopo, nel 2000, nello stesso luogo furono trovati in altri barili i cadaveri di due bambine che si ritiene siano state uccise negli anni '70 o '80, come riferito dal Dipartimento di Giustizia del New Hampshire.
Tre vittime erano state identificate nel 2019, i corpi appartenevano a Marlyse Honeychurch e alle sue figlie, Marie Vaughn e Sarah McWaters. Gli investigatori però non erano riusciti a risalire all'identità della quarta vittima.
Secondo le autorità, la bambina sarebbe Rea Rasmussen, figlia di Terry Peder Rasmussen. L'unità che si occupa dei casi irrisolti della Polizia di Stato del New Hampshire è arrivata alla soluzione del caso grazie alla collaborazione con il DNA Doe Project che ha eseguite analisi genetiche e ricerche genealogiche per identificarla.
Domenica 7 settembre il sergente Christopher N. Elphick ha dichiarato che le autorità non hanno mai dimenticato la bambina. "Questo caso è passato per le mani di molti investigatori, ognuno dei quali ha sentito il peso di dover parlare per conto di chi non poteva più farlo", ha spiegato.
"Darle un nome ci dà un senso di giustizia, ma ci ricorda anche le domande senza risposta che rimangono", ha aggiunto Elphick. Si ritiene che Terry Peder Rasmussen si responsabile di diversi omicidi ma è morto in prigione nel 2010, prima di essere collegato anche alle vittime del Bear Brook State Park.
Rasmussen era stato condannato per l'omicidio della sua fidanzata, Eunsoon Jun, 45 anni, una chimica uccisa nel 2003 in California. Aveva confessato di averla fatta a pezzi. All'epoca Rasmussen si faceva chiamare "Larry Vanner" e si ritiene che utilizzasse anche gli alias Curtis Kimball e Gordon Jensen.
Alcuni anni fa, nel 2017, le autorità si erano messe alla ricerca di Robert "Bob" Evans, l'uomo che ritenevano responsabile dei quattro omicidi e della scomparsa di Denise Beaudin, 23 anni, avvenuta nel 1981. Ma i test del Dna effettuati di recente hanno rivelato che "Bob Evans" era in realtà uno degli pseudonimi di Rasmussen.
Da qui nascerebbe il soprannome dell'uomo, definito "assassino camaleonte". Molti ritengono infatti che si spostasse in tutto il Paese, dalla California al New Hampshire, dal Texas all'Arizona, dall'Oregon alla Virginia. e cambiasse identità per evitare di essere catturato.
Si ritiene prendesse di mira donne vulnerabili, lontane dalle loro famiglie, in modo che non venissero denunciate come scomparse. Basandosi sul lavoro del National Center for Missing and Exploited Children, il Dna Doe Project ha ricostruito un albero genealogico con circa 25mila nomi, riporta la Cnn.
Gli investigatori sono quindi riusciti a rintracciare una donna di nome Pepper Reed. Hanno anche trovato un certificato di nascita del 1976 di Rea Rasmussen, che indicava i nomi dei genitori: Pepper Reed e Terry Rasmussen.
Reed, originaria del Texas, era scomparsa intorno alla fine degli anni '70 e le autorità del New Hampshire ritengono che possa essere una delle vittime di Rasmussen.

Il procuratore generale del New Hampshire, John M. Formella, ha definito la scoperta un "risultato della straordinaria perseveranza delle forze dell'ordine, degli esperti forensi e della nostra Unità Casi Irrisolti".
E ha aggiunto: "Il nostro impegno a scoprire la verità, a prescindere da quanto tempo ci vorrà, rimane incrollabile. Continuiamo a cercare risposte sulla scomparsa di Pepper Reed".
Ieri, lunedì 8 settembre, è stata resa pubblica una dichiarazione della famiglia di Reed. I familiari della donna scomparsa hanno chiesto di rispettare la loro privacy in questo momento di dolore e ringraziato le persone coinvolte nelle indagini.
"Pepper ci manca ogni singolo giorno – hanno detto – E anche se non abbiamo avuto l'opportunità di incontrare Rea, è nei nostri cuori". Le autorità hanno inoltre esortato la cittadinanza a fornire, nel caso ne avessero, qualsiasi informazione su Reed o su Denise Beaudin, un'altra probabile vittima. su Reed o su Denise Beaudin.
"Il nostro lavoro non è finito", ha detto ancora il sergente Elphick. "Se avete informazioni, per quanto insignificanti possano sembrare, vi esortiamo a farvi avanti. Dopo oltre quattro decenni, il vostro pezzo del puzzle potrebbe essere quello che finalmente porterà giustizia ai familiari delle vittime".
Rasmussen viveva con Beaudin e la sua bambina nel New Hampshire quando scomparvero nel 1981. Nel 1985 arrivò con la bambina in California, dove si presentava come un vedovo e padre in lutto, ha ricordato un vicino di casa. La bambina venne poi adottata dopo essere stata abbandonata.