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Dai lavori in commissariato spunta telefono e prove su omicidio di 20 anni fa ma il reato è prescritto

Il caso ha scatenato molte polemiche a Madrid dove ormai l’elenco di misteri nel caso della morte di Déborah Fernández-Cervera è lungo e alquanto strano.
A cura di Antonio Palma
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Dei semplici lavori di ristrutturazione nei locali di un commissariato hanno fatto emergere un gravissimo caso di malagiustizia in Spagna. Rovistando tra armadietti e cassetti, infatti, è venuto alla luce il telefono di una donna trovata morta oltre venti anni fa e che gli inquirenti avevano detto di non aver mai rinvenuto. Il cellulare insieme a vari video, fotografie e documenti di polizia sul caso, giacevano negli archivi e non sono mai stati presi in considerazione durante le indagini che sono ormai state chiuse per prescrizione dei reati ipotizzati.

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Il caso ha scatenato una valanga di polemiche a Madrid dove ormai l'elenco di pasticci e dei buchi neri nel caso della morte di Déborah Fernández-Cervera, una giovane donna di Vigo assassinata nel 2002 quando stava per compiere 22 anni, è diventato ormai lungo e alquanto strano.

Le prime incredibili scoperte quando la famiglia della vittima ha incaricato una società specializzata scoprendo che il disco rigido del computer della ragazza sotto sequestro era stato formattato durante il periodo di custodia. Da quel momento una serie lunga di misteri. Sul corpo, fatto riesumare dai parenti, sono state trovate tracce di fibre e capelli nelle unghie che non erano mai state esaminate.

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Infine secondo quanto denunciano gli avvocati, durante lavori negli uffici dell’Unità Criminalità Specializzata e Violenta di Canillas (Madrid), sono comparsi documenti ufficiali di polizia, fotografie, videocassette e un cellulare senza SIM legato al caso Deborah di cui nessuno aveva mai fatto cenno.

Il tutto mentre l’inchiesta andava in prescrizione lo scorso maggio per ogni eventuale nuovo sospetto. L’unico indagato resta l’ex fidanzato della donna, già accusato in passato e ora incrinato di nuovo in extremis.

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La famiglia della vittima si è detta “incredula e indignata” dopo che la polizia ha trasmesso alla Procura una informativa in cui spiegava di aver rinvenuto “Un fascicolo fino ad oggi sconosciuto che contiene effetti e documentazione riferita all'indagine sulla morte di Déborah Fernández-Cervera Neira”. “Come è possibile che un cellulare sia stato nascosto per tutti questi anni? Senza SIM?" chiedono gli avvocati della famiglia confermando al El pais di non aver potuto visionare le prove e quindi di non sapere se influenzeranno o meno le indagini contro l'ex partner di Déborah.

Déborah Fernández-Cervera era scomparsa dopo aver lasciato la sua casa il 30 maggio 2002 per fare sport. Il suo corpo fu ritrovato dieci giorni dopo in un fosso a O Rosal, a 40 chilometri da casa sua, nudo. Secondo la famiglia, l'indagine di polizia e uella giudiziaria è stata una serie di errori e decisioni incomprensibili a cui si sommano ora queste scoperte. "Provo rabbia, impotenza, frustrazione. La tua morte, Deboritah, è stata inutile, e questo mostra solo che a nessun altro è importato o si è preoccupato che un assassino vagasse libero e si godesse la vita che ti ha rubato" è stato lo sfogo amaro della sorella della 22enne.

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