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Crede che l’amico gli abbia salvato la vita, 10 anni dopo scopre che aveva tentato di ucciderlo

L’amico gli aveva iniettato una sostanza mortale per poi salvarlo e mostrarsi come un eroe durante un incidente ma causandogli danni fisici permanenti.
A cura di Antonio Palma
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Pensava di avere un amico a cui dover essere per sempre riconoscente perché gli aveva salvato la vita dopo un drammatico incidente stradale ma, dieci anni dopo, ha scoperto che in realtà quell'uomo è un serial killer e che in quella occasione aveva messo in scena tutto, rischiando di ucciderlo, solo per apparire come il salvatore. È l'assurda e inquietante storia di Matthias Corssen e del presunto amico Niels Högel, in realtà un serial killer, poi condannato all'ergastolo per ben 85 omicidi avvenuti negli ospedali.

Niels Högel infatti è il cosiddetto "mostro di Oldenburg”, un ex infermiere professionale tedesco che è stato accusato di oltre cento omicidi di pazienti morti durante i suoi turni in oltre un decennio di carriera negli ospedali della Germania.

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Matthias Corssen aveva incontrato Niels Högel mentre entrambi lavoravano sulle ambulanze, il primo come paramedico e il secondo come infermiere volontario. Erano diventati amici e trascorrevano del tempo insieme anche dopo il lavoro quando, nel giugno del 2004, Corssen è stato investito da una vettura ed è rimasto ferito in strada.

A soccorrerlo quel giorno arrivo un'ambulanza proprio col suo amico a bordo che gli ha praticato le prime manovre rianimatorie dopo un arresto cardiaco, provvedendo poi a intubarlo prima del trasporto in ospedale. Un intervento salvavita o almeno così credevano tutti all'inizio, compreso Corssen  tanto che quando l'amico è finito nei guai per alcune accuse morti sospette in ospedale, molti anni dopo, lo ha anche ospitato a casa.

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In realtà quelli erano più che sospetti tanto che nel 2019 il tribunale di Oldenburg ha condannato l'infermiere all'ergastolo per la morte di 85 pazienti a cui erano stati somministrati farmaci mortali. Per l'accusa l'uomo causava crisi in pazienti ricoverati per poi far finta di intervenire per salvarli ma così avrebbe causato la morte di decine di persone.

La scoperta ancora peggiore per Matthias Corssen però è arrivata quando ha appreso che in realtà il giorno dell'incidente una iniezione letale era stata fatta anche a lui da quello che credeva un amico. Il perito che ha riesaminato la sua cartella clinica ha concluso che non è svenuto per la botta alla testa ma perché Högel gli ha iniettato una droga che gli ha fatto rilassare i muscoli, facendogli cessare il respiro, sapendo che lo avrebbe potuto uccidere, anche se poi lo ha salvato. Una esperienza che lo ha traumatizzato per sempre nel fisico e nella mente con problemi che si porta indietro quotidianamente anche oggi.

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