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Covid 19

Covid, studio Nature inchioda il modello Svezia: “Anziani lasciati morire e cittadini disinformati”

Nature ha esaminato il modello svedese di lotta al Covid: “A molte persone anziane è stata somministrata morfina invece dell’ossigeno nonostante le scorte disponibili, ponendo fine alla loro vita”.
A cura di Davide Falcioni
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"La Svezia era ben attrezzata per evitare che la pandemia di COVID-19 diventasse grave". Tuttavia nel 2020 il Paese ha fatto registrare "tassi di mortalità per Covid-19 dieci volte più alti rispetto alla vicina Norvegia". È quanto riporta l'incipit di un approfondito studio condotto da Nature, una delle più autorevoli riviste scientifiche, sul caso della Svezia, nazione il cui governo fin dai primi mesi dell'emergenza ha deciso di adottare una linea piuttosto morbida, evitando lockdown e restrizioni e puntando esclusivamente sulla responsabilità personale dei suoi cittadini. A due anni dall'inizio della pandemia Nature ha deciso di tracciare una linea e analizzare i risultati di questo approccio "soft"; quello che è emerso è avvilente per una democrazia avanzata, dotata di tutti gli strumenti scientifici, politici e culturali per evitare migliaia di morti e milioni di infezioni.

"Agli anziani morfina al posto dell'ossigeno. Così è stata posta fine alla loro vita"

Lo studio di Nature è stato condotto da eminenti scienziati (anche svedesi), medici e giornalisti e il quadro che restituisce somiglia a un vero e proprio atto di accusa nei confronti di governo e autorità sanitarie del Paese: nell’abstract del dossier gli autori sostengono "che una metodologia scientifica non sia stata seguita dalle principali autorità in carica – e dai politici responsabili – con narrazioni alternative considerate valide, con conseguenti decisioni politiche arbitrarie". Tra le ragioni del fallimento svedese vi è che la massima autorità sanitaria del Paese, l’Agenzia di sanità pubblica locale, è stata fusa con l’Istituto per il controllo delle malattie infettive: la prima decisione rilevante assunta dal nuovo capo, Johan Carlson, è stata quella di licenziare e trasferire i sei professori dell’autorità al Karolinska Institutet, svuotando di fatto l’Agenzia delle necessarie capacità per affrontare un’emergenza sanitaria come quella del Covid. Quello che è avvenuto in seguito è stato conseguenziale: "La strategia pandemica svedese sembrava mirata a raggiungere un’immunità di gregge naturale e a evitare una chiusura della società. L’Agenzia per la salute pubblica ha etichettato i consigli degli scienziati nazionali e delle autorità internazionali come posizioni estreme". Secondo Nature "la legislazione obbligatoria è stata utilizzata raramente; le raccomandazioni basate sulla responsabilità personale e senza alcuna sanzione erano la norma". A seguire, sempre nell’abstract dello studio, l’affermazione più forte: "A molte persone anziane è stata somministrata morfina invece dell’ossigeno nonostante le scorte disponibili, ponendo fine alla loro vita".

Cittadini tenuti all'oscuro delle modalità di trasmissione del virus

Secondo i ricercatori "il popolo svedese è stato tenuto all'oscuro di fatti basilari come la trasmissione aerea di SARS-CoV-2, che gli individui asintomatici possono essere contagiosi e che le mascherine per il viso proteggono sia il vettore che gli altri". Le conclusioni di Nature sono durissime: "La risposta svedese a questa pandemia – si legge – è stata unica e caratterizzata da un approccio laissez-faire, moralmente, eticamente e scientificamente discutibile, una conseguenza dei problemi strutturali della società. C’era più enfasi sulla protezione dell’'immagine svedese' che sul salvataggio e la protezione delle vite, o su un approccio basato sull’evidenza. Una strategia che non è mai stata discussa tra tutte le parti interessate, né comunicata al pubblico. Inoltre, vi è stata riluttanza e incapacità ad ammettere eventuali fallimenti a tutti i livelli di governo; o ad assumersi qualsiasi responsabilità per i risultati chiaramente dannosi per la società svedese. Ci sono stati anche tentativi di rivedere la storia modificando o eliminando documenti ufficiali, comunicazioni e siti Web e distraendo l’opinione pubblica". Un fallimento su tutta la linea, quindi. Con buona pace di chi vedeva in quello svedese un modello virtuoso a cui ispirarsi.

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