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Covid 19

Cosa sta succedendo in Cina: casi Covid più alti da 6 mesi nonostante i lockdown

In Cina continuano ad aumentare i casi di Covid-19 nonostante le misure restrittive in atto nella maggior parte del Paese: le infezioni hanno raggiunto il numero più alto dal 2 maggio scorso, scuole chiuse a Pechino e Apple costretta ad ammettere ritardi nelle consegne ai clienti dopo il focolaio scoppiato nella fabbrica di Zhengzhou.
A cura di Ida Artiaco
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Continua in Cina l'emergenza Covid-19. Negli ultimi giorni sono stati registrati numeri dei contagi più alti dallo scorso maggio, nonostante aumentino le città in lockdown. Si tratta di cifre pur sempre contenute, rispetto a quelli che si registrano nel resto del mondo, Italia inclusa. Ma tanto basta per far scattare la politica di tolleranza zero che il governo di Pechino sta seguendo dall'inizio della pandemia.

Il paese ha segnalato 5.436 casi Covid ieri, domenica 6 novembre, in aumento del 27% rispetto al giorno prima e ai massimi dal 2 maggio scorso, quando Shanghai era nel bel mezzo del lockdown.

Pechino ha già annunciato la chiusura delle scuole nel suo distretto più popoloso, ordinando agli studenti di studiare da casa poiché l'epidemia persiste nella Capitale, dove i casi confermati nella sola giornata ieri sono stati 55. Diversi istituti nel distretto di Chaoyang hanno interrotto le lezioni in presenza da oggi, secondo i post sui social media, sebbene non ci sia stata alcuna dichiarazione ufficiale del governo.

La Cina aderirà "fermamente" ai suoi attuali controlli sul virus a causa di focolai sempre più gravi, hanno affermato sabato funzionari della Commissione sanitaria nazionale in un attesissimo briefing, aggiungendo che "le esperienze precedenti hanno dimostrato che i nostri piani di prevenzione e controllo e una serie di misure strategiche sono completamente corretti. Le nostre politiche sono anche le più economiche ed efficaci".

Tra i centri con il maggior numero di infezioni, c'è l'hub manifatturiero di Guangzhou, con 1.935 casi. Haizhu, il distretto in cui è stata rilevata la maggior parte dei contagi, è attualmente sottoposto a un blocco di tre giorni annunciato sabato scorso. E poi anche Zhengzhou, la capitale della provincia di Henan e sede della più grande fabbrica di iPhone del mondo, la Foxconn, che ha segnalato 297 casi domenica, dopo essere stato imposto un mini lockdown dalla scorsa settimana.

Apple ha pertanto dovuto ammettere che la produzione è stata "temporaneamente rallentata" e che i clienti avrebbero subito ritardi nella ricezione dei loro ordini. A seguito dell'annuncio delle restrizioni, sono stati migliaia gli operai a scappare. La Foxconn, per questo, ha comunicato che "sta attualmente operando a capacità significativamente ridotta".

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