
Cosa sta succedendo al confine tra Thailandia e Cambogia e perché oggi ci sono scontri a fuoco

Dopo settimane di crescenti frizioni legate a dispute territoriali irrisolte, la tensione al confine tra Thailandia e Cambogia è esplosa in una vera e propria crisi militare. L’ultima escalation è culminata nelle scorse ore in un attacco aereo da parte di un caccia F-16 thailandese che ha colpito un obiettivo in territorio cambogiano. L’azione segna un grave punto di svolta in una disputa che minaccia di trascendere i confini e trasformarsi in un conflitto su vasta scala.
Secondo le autorità thailandesi, il raid aereo è stato una risposta a pesanti attacchi da parte cambogiana, che includevano l’utilizzo di artiglieria e razzi a lunga gittata BM21 contro posizioni militari e civili thailandesi. L’esercito thailandese ha dichiarato che dieci civili, tra cui un bambino di 9 anni, sono morti a seguito dei bombardamenti cambogiani nelle province di confine, mentre almeno 14 persone sono rimaste ferite. Le autorità locali hanno ordinato l’evacuazione di circa 40mila residenti da 86 villaggi, trasferendoli in zone più sicure lontane dal fronte.
La Cambogia, da parte sua, ha denunciato l’azione thailandese come un atto di "aggressione brutale". Il Ministero della Difesa di Phnom Penh ha dichiarato che "i jet hanno sganciato due bombe su una strada" e ha "fermamente condannato l’aggressione militare sconsiderata del Regno di Thailandia contro la sovranità e l’integrità territoriale della Cambogia". Il governo cambogiano sostiene che le sue truppe abbiano agito in autodifesa, reagendo a un attacco iniziale da parte delle forze armate thailandesi nella zona contesa attorno al tempio di Ta Moan Thom, un’area da anni oggetto di rivendicazioni incrociate.

Le cause del conflitto tra Thailandia e Cambogia
Le radici del conflitto affondano in decenni di dispute di frontiera mai del tutto risolte, soprattutto in aree prive di una chiara demarcazione lungo gli 817 chilometri di confine tra i due Paesi. In passato, i dissidi si sono intensificati in occasione di incidenti isolati, ma negli ultimi mesi si è assistito a un crescendo militare e diplomatico che ha raggiunto l’apice con gli scontri odierni.
Secondo fonti thailandesi, l’escalation attuale è stata innescata anche dall’esplosione di mine antiuomo lungo i sentieri di pattugliamento nella giungla, attribuite a forze cambogiane. La Cambogia nega qualsiasi responsabilità e sostiene che i militari thailandesi avrebbero innescato mine risalenti alla propria guerra civile.

Intanto, la crisi ha avuto gravi ripercussioni sul piano diplomatico. Il partito di governo thailandese Pheu Thai ha annunciato il ritiro dell’ambasciatore dalla Cambogia e l’espulsione dell’ambasciatore cambogiano, con conseguente riduzione dei rapporti diplomatici. Phnom Penh ha risposto ordinando il ritiro dei propri diplomatici da Bangkok e il declassamento delle relazioni al livello di “secondo segretario”.
In un comunicato, il Ministero degli Esteri thailandese ha affermato che "la Thailandia è pronta a intensificare le misure di autodifesa se la Cambogia continuerà con gli attacchi armati e le violazioni della sovranità thailandese, in conformità con il diritto e i principi internazionali".
Scontri a fuoco al confine, cosa sta succedendo: Thailandia invita i cittadini ad andare via
Le autorità thailandesi invitano ora i propri cittadini a lasciare la Cambogia "il prima possibile". Nel frattempo, il commercio transfrontaliero è stato interrotto: la Cambogia ha bloccato le importazioni di carburante, gas e prodotti agricoli dalla Thailandia. Entrambe le nazioni si trovano ora su una pericolosa traiettoria che potrebbe degenerare ulteriormente, mentre la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione.