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Guerra in Ucraina

Cosa significa l’attivazione del sistema di deterrenza nucleare e cosa ha detto oggi Putin

Il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere di aver messo in allerta il sistema di deterrenza nucleare: “I Paesi occidentali non stanno soltanto imponendoci sanzioni ostili, ma leader di grandi Paesi della Nato stanno facendo affermazioni aggressive nei confronti della Russia”. Per il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba “vuole mettere pressioni sulla delegazione in viaggio verso la Bielorussia per i negoziati”.
A cura di Ida Artiaco
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Il presidente russo Vladimir Putin è tornato a parlare, ordinando questa volta di mettere in stato di allerta il sistema di deterrenza nucleare. Lo ha fatto durante un incontro con il ministro della Difesa Shoigu al Cremlino, in cui ha definito le sanzioni occidentali, in primis contro la banca centrale russa, contro alcune banche commerciali, contro alcuni oligarchi e contro lui stesso, "illegittime". Da qui la sua risposta ricorrendo alla minaccia atomica. "I Paesi occidentali non stanno soltanto imponendoci sanzioni ostili, ma leader di grandi Paesi della Nato stanno facendo affermazioni aggressive nei confronti della Russia. Per questo ordino di mettere in allerta il sistema di deterrenza", ha detto il leder del Cremlino, aggiungendo che "le conseguenze saranno come non si sono mai viste nella storia".

L'arsenale atomico della Russia: 6.255 armi, di cui 1.625 nelle unità operative

Putin, questa settimana, aveva minacciato di vendicarsi duramente contro le nazioni che avessero deciso di intervenire direttamente nel conflitto in Ucraina. Al momento il cambiamento di stato di allerta non significa però che Mosca intenda utilizzare le armi atomiche, ma di certo la minaccia è arrivata forte e chiara ai leader dei Paesi Nato, alzando ancora di più il livello della tensione. Di certo, la Russia avrebbe un arsenale atomico di 6.255 armi, di cui 1.625 nelle unità operative, ma come e quando intenda usarle non è ancora dato saperlo. Tra le armi con capacità nucleari della Russia ci sono anche i due missili da crociera ipersonici Kinzhal e Zirkon. Come sappiamo, la Russia aderisce al Trattato di non Proliferazione Nucleare (Tpn), sancito nel 1970, con il quale i Paesi hanno iniziato a coordinare il loro impegno per ridurre i loro arsenali nucleari dopo la Guerra Fredda. Nel 2010 poi Usa e Russia hanno firmato un ulteriore accordo, prorogato fino al 2025, sugli armamenti nucleari, il cosiddetto "New Start", che stabilisce il limite di armi atomiche che possono essere possedute dalle due superpotenze a 1.550, il quale vale però solamente per testate e bombe atomiche. Non sono inclusi i missili a corto e medio raggio e le armi nucleari tattiche.

I commenti dei leader occidentali

Tra i primi a commentare le parole di Putin c'è stato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che su Twitter, ha scritto: "Non accetteremo l'uso della forza come strumento politico. Non staremo con le mani in mano finché la sicurezza dell'Europa non sarà assicurata". Anche l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha detto alla Cbs che "la scelta di Putin dimostra che il leader russo sta aggravando il conflitto in modo inaccettabile". Secondo Jens Stoltenberg (Nato) "da Putin retorica pericolosa e irresponsabile sul nucleare". Infine, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in conferenza stampa ha dichiarato che l'allerta delle forze nucleari della Russia è un modo per "mettere pressioni" sulla delegazione ucraina in viaggio verso la Bielorussia per negoziare con i russi: "Noi andiamo al negoziato per ascoltare, siamo pronti per trattare l'uscita delle truppe dal nostro Paese: se Putin usa le armi contro di noi sarà una catastrofe per il mondo, ma non ci spezzerà".

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