Corea del Sud, ergastolo a un 33enne che gestiva una rete di ricatti sessuali con centinaia di vittime

Il Tribunale Distrettuale Centrale di Seul ha condannato ieri all'ergastolo Kim Nok-wan, 33 anni, ritenuto responsabile di aver orchestrato la più vasta rete di crimini sessuali digitali mai scoperta in Corea del Sud. Dieci complici hanno ricevuto condanne da due a quattro anni di carcere.
La sentenza ha definito necessario il suo "isolamento permanente dalla società" data l'estrema gravità dei reati commessi tra agosto 2020 e gennaio di quest'anno, quando è scattato l'arresto che ha portato alla luce l'intera organizzazione criminale.
Kim aveva sviluppato un sistema perverso basato su Telegram. Le sue prede iniziali erano donne che condividevano contenuti provocanti sui social e uomini interessati a chat clandestine dove circolavano foto intime manipolate. Una volta agganciati, li ricattava costringendoli a reclutare altre vittime, innescando una struttura piramidale che produceva e diffondeva materiale pedopornografico.
L'imputato ha personalmente violentato o aggredito 16 persone, di cui 14 minorenni, filmando 13 di questi abusi. Il suo archivio criminale contava 1.700 contenuti di sfruttamento sessuale riguardanti circa 70 vittime. Di questi, 260 sono stati pubblicati online come arma di intimidazione contro chi si rifiutava di collaborare. In alcuni casi ha esteso le minacce a familiari e colleghi delle vittime.
Particolarmente inquietante la posizione degli altri imputati, cinque dei quali minorenni. Il tribunale ha evidenziato che pur sapendo quale destino attendesse le persone reclutate, hanno proseguito nell'attività criminale "per impedire che le proprie immagini venissero diffuse".
"La maggior parte delle vittime erano bambini o adolescenti, e sembra che avrebbero sofferto estremo dolore fisico e psicologico come risultato dei crimini", si legge nel comunicato del tribunale.
La corte ha lanciato un monito sulla natura irreversibile di questi reati: "I crimini sessuali digitali possono amplificare rapidamente i danni delle vittime a un livello irreparabile nello spazio digitale, e una volta che materiali di sfruttamento sessuale vengono distribuiti, è fisicamente molto difficile rimuoverli completamente, rendendo praticamente impossibile il recupero dal danno".