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Come potrebbe funzionare il passaporto sanitario dei cittadini vaccinati del Regno Unito

Il governo inglese sta pensando di introdurre una sorta di passaporto sanitario che confermi l’avvenuta vaccinazione contro il Coronavirus. Il certificato, tuttavia, non sarebbe valido a livello nazionale, per andare al pub o al supermercato, quanto per viaggiare all’estero nei Paesi che pure potrebbero richiederlo. Il ministro Hancock: “Potrebbe funzionare come per la febbre gialla”.
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A cura di Ida Artiaco
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Un passaporto sanitario per coloro che hanno ricevuto la vaccinazione contro il Covid-19 per poter viaggiare senza problemi. Torna all'attenzione dell'opinione pubblica inglese l'introduzione di un certificato di immunità per i soggetti che sono stati vaccinati, dopo che nei giorni scorsi la proposta era stata rigettata dal ministro britannico per la distribuzione dei vaccini, Nadhim Zahawi. "Non stiamo di certo cercando di introdurlo nel quadro del programma di distribuzione del vaccino", aveva detto. Tuttavia, nelle ultime ore qualcosa sta cambiando a Downing Street, con il governo guidato da Boris Johnson che sta riflettendo su un suo eventuale utilizzo in alcuni settori.

Il passaporto non dovrebbe servire per andare al supermercato o al pub, quando quest'ultimi riapriranno i battenti, hanno confermato voci vicine al primo ministro e riportate dai quotidiani inglesi. Tuttavia, potrebbe essere richiesto per viaggiare all'estero oltre che adottato dalle aziende private, alcune delle quali hanno già fatto sapere di voler richiedere l'esibizione del certificato di avvenuta vaccinazione per entrare all'interno delle proprie strutture. Quindi anche se il governo alla fine non deciderà per un uso generalizzato del passaporto, è possibile che serva ugualmente per svolgere in sicurezza alcune attività.

Dunque, sì al passaporto sanitario, in forma cartacea o disponibile tramite una app, ma solo per chi viaggerà all'estero, considerando che anche altri paesi potrebbe introdurre questa misura. Almeno, è questo lo scenario più probabile. Il che è stato confermato in parte anche dal ministro della Salute Matt Hancock  secondo il quale "il Regno Unito sta lavorando a un sistema per fornire prova dell'avvenuta vaccinazione delle persone che viaggiano, proprio come succede per altri tipo di malattie infettive, come la febbre gialla. Vogliamo assicurarci che i britannici possano andare all'estero e quindi possano mostrare il loro stato di vaccinazione in un certificato, per questo ne stiamo discutendo con i nostri partner internazionali", ha detto intervenendo alla LBC Radio. Intanto, prosegue la campagna di vaccinazione in Gran Bretagna, dove sono state somministrate già 15 milioni di dosi. Terminata la distribuzione a tutte le categorie a rischio, ora si passa ai 50enni e 60enni con l’obiettivo di immunizzarli entro fine aprile, primo passo, secondo Johnson, per l’uscita dal lockdown che sarà "cauta ma irreversibile".

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