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Colpi di mitragliatrice dei libici ai pescherecci di Mazara del Vallo: interviene la Marina Militare

Stamattina alcuni pescherecci della marineria di Mazara del Vallo sono stati presi di mira da colpi di mitragliatrice esplosi da presunti militari libici. Per fortuna non ci sono state conseguenze per l’equipaggio, ma sul posto è dovuta intervenire la Marina Militare italiana.
A cura di Davide Falcioni
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Alcuni pescherecci della marineria di Mazara del Vallo, in Sicilia, sono stati presi di mira da colpi di mitragliatrice mentre operavano in una zona rivendicata dalle autorità libiche. L’episodio è avvenuto questa mattina  intorno alle 8,30, a circa 32 miglia a nord dal porto di Bengasi, e in seguito alla segnalazione dell'accaduto sul luogo è intervenuta un’unità della Marina Militare. Stando a quanto riferito dall’armatore del peschereccio Grecale (con un equipaggio composto da sette persone), mentre stavano conducendo una battuta di pesca a circa 35 miglia dal porto di Bengasi, "dei presunti militari libici appartenenti all’area della Cirenaica si sono avvicinati a bordo di un gommone di grandi dimensioni per intimarci l’allontanamento".

Poco dopo i presunti militari avrebbero esploso dei colpi di mitraglia a vuoto, in un'area in cui erano presenti altri otto pescherecci. L’episodio rientra nella cosiddetta "Guerra del Pesce" nel Mediterraneo, con il governo di Tripoli che dal 2005 rivendica (unilateralmente) una Zee (zona economica esclusiva) a 74 miglia dalle coste libiche, circa 62 miglia in più rispetto alle acque territoriali riconosciute dalla comunità internazionale. Il paese nordafricano avrebbe adottato quella decisione rifacendosi alla “Convenzione di Montegobay” del 1982 che riguarda però agli areali oceanici.

Non è la prima volta che presunti militari libici attaccano pescherecci italiani. Il 23 luglio scorso infatti il peschereccio di Mazara del Vallo “Tramontana” era stato fermato da una motovedetta libica a circa 60 miglia a est di Misurata. Il natante era stato trasferito nel porto di Misurata e – come ricorda Prima Pagina Mazara – era stato necessario l’intervento della diplomazia italiana per sbloccare la situazione; purtroppo ai pescatori era stato comunque confiscato il pescato di diversi giorni di pesca, un danno di decina di migliaia di euro.

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