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Charlie, tutto rinviato: giovedì nuova udienza. L’urlo della madre: “Vi stanno mentendo”

Il giudice dell’Alta Corte del Regno Unito che si sta occupando del caso del piccolo ha fissato per giovedì 13 luglio la nuova udienza in merito, precisando tuttavia che potrebbe non essere risolutiva. Qualche tensione in aula.
A cura di Biagio Chiariello
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C’è un nuovo rinvio sul caso del piccolo Charlie Gard. Il tribunale britannico ha deciso che si dovrà tenere una nuova udienza sulla cura sperimentale per il piccolo affetto da una rarissima forma di patologia mitocondriale che causa un progressivo indebolimento dei muscoli . L'Alta Corte inglese ha concesso ai genitori del bambino la possibilità di presentare nuove prove per convincere il giudice che il loro figlio di 11 mesi può farcela. Al momento,  purtroppo, non sembrano esserci speranze per Charlie, dopo che una serie di sentenze (britanniche e della Corte Europea per i diritti dell’uomo) hanno stabilito che le terapie che lo mantengono in vita, nonostante il desiderio opposto dei genitori, devono essere sospese.

La prossima udienza è stata dunque fissata per giovedì. Il giudice Nicholas Francis al termine di quella preliminare ha affermato che i genitori potranno quindi esporre le "nuove informazioni" che dicono di avere sulla cura sperimentale per il bambino. “Esaminerò il caso giovedì di questa settimana e potrei essere in grado di risolverlo. Oppure no” ha detto il magistrato. Poi ha chiarito: "Non esiste al mondo nessuno che non vorrebbe salvare Charlie", precisando però che qualcosa di "nuovo e sensazionale" deve accadere per convincerlo a cambiare idea.

Qualche momento di tensione in aula c’è stato quando l'avvocato della famiglia di Charlie ha palesato la possibilità che venga nominato un altro giudice per esaminare le “nuove evidenze scientifiche” alle quali i genitori vorrebbero sottoporre il bambino, visto che la Corte così composta aveva già rigettato il caso. Proprio in quel momento, la madre ha gridato "Vi stanno mentendo", rivolto al giudice Francis. Il legale dell'ospedale ha sottolineato che le prove portate dalla famiglia del bambino e relative alla terapia si riferiscono a patologie unicamente muscolari e non ai danni al cervello e che le presunte evidenze da nuove ricerche provengono solo da laboratori e non da test su pazienti.

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