Barcone di migranti in difficoltà sulla Manica, l’allarme arriva dall’Italia: 19 salvi

"Aiuto polizia, mi ha chiamato mio nipote. È su una barca in difficoltà. Stanno affondando", è la telefonata che è giunta sabato notte alla centrale operativa della questura di Milano da parte di un cittadino immigrato. Potrebbe sembrare l'ennesimo caso di naufragio nel Mediterraneo ma il barcone a cui si fa riferimento in realtà si trovava sulla Manica tra Francia e inghilterra. Così è partito sabato notte il salvataggio di un gruppo di migranti albanesi che stavano tentando di attraversare la Manica per giungere in Gran Bretagna. Quando il loro gommone ha iniziato ad affondare imbarcando acqua, uno di loro ha telefonato all'unico parente in Europa, lo zio in Italia. La telefonata del parente partita da Baranzate, piccolo centro a Nord di Milano, ha innescato così la sequenza che ha messo in moto i soccorsi britannici che hanno potuto salvare i naufraghi.
Gli agenti al telefono, capendo la gravità della situazione e dopo aver cercato di contattare il naufrago al telefono senza riuscirci, si sono fatti spiegare meglio i dettagli dallo zio grazie alla collaborazione dei carabinieri di Baranzate che si recati a casa dell'uomo per parlarci di persona. Si è scoperto così che il giovane naufrago è un 16enne partito da Scutari, in Albania, con lo scopo di arrivare a Londra con l'aiuto degli scafisti a cui ha pagato ben 12mila euro. In pochi minuti quindi partono le segnalazioni alla Guardia costiera italiana, alla Centrale operativa della Capitaneria di porto di Roma e all’Interpol.
Vengono allertate le autorità inglesi che da Folkestone, vicino Dover, fanno partire un elicottero e due barche di salvataggio. Il barcone viene avvistato a due miglia dalla costa britannica in avaria e mentre imbarca acqua. A bordo oltre a due inglesi ci sono 17 migranti albanesi tra cui una donna e due bambini. Tutti vengono soccorsi e portati a terra.