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Aung San Suu Kyi scarcerata, l’attivista birmana e premio Nobel agli arresti domiciliari

L’attivista, destituita dal colpo di stato militare, sarebbe stata portata via dal carcere e condotta in un edificio governativo nella capitale della Birmania. Lo rendono noto fonti del suo partito.
A cura di Antonio Palma
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Aung San Suu Kyi è uscita dalla prigione in cui era rinchiusa in Myanmar e trasferita agli arresti domiciliari in un edificio governativo. Lo rendono noto fonti del suo partito. L'attivista birmana era rinchiusa in carcere dal colpo di stato militare del 2021 durante il quale fu destituita dopo essere stata eletta democraticamente alla guida del Paese. Il trasferimento risalirebbe all’inizio di questa settimana quando l’attivista e premio Nobel sarebbe stata portata via dai militari e condotta in un edificio governativo a Nay Pyi Taw, la capitale della Birmania.

Da parte della giunta militare per ora non c’è nessuna conferma né smentita del suo trasferimento ma l'agenzia di stampa AFP ha dichiarato di averne avuto conferma da una fonte del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia. Anche fonti interne dal carcere hanno confermato il fatto alla BBC.

Se confermato il trasferimento agli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi potrebbe essere un segnale positivo da parte delle autorità, che hanno dovuto far fronte a numerose richieste di scarcerazione della leader democraticamente eletta del Paese. La 78enne era stata destituita e arrestata a seguito di un colpo di stato nel febbraio 2021 e infine condannata a 33 anni di carcere dopo un processo a porte chiuse condotto dai militari con svariate accuse tra cui corruzione e violazione delle restrizioni del coronavirus. "Un processo farsa" e uno strumento progettato per escludere la popolare leader dalla politica, secondo i gruppi per i diritti umani.

Aung San Suu Kyi ha trascorso un anno in isolamento e dopo voci insistenti su un suo precario stato di salute, i militari dopo un anno hanno smentito le notizie, affermando che è in buona salute. Cosa confermata anche da ministro degli Esteri thailandese che ha rivelato di aver fatto visita a Suu Kyi questo mese. Non è escluso che dalla nuova posizione possa vedere anche Deng Xijuan, l'inviato speciale della Cina per gli affari asiatici che è in visita in Birmania.

Insignita del premio Nobel per la pace, Suu Kyi è stata una delle principali icone della democrazia mondiale. Arrestata una prima volta nel 1989 per la sua attività contro la dittatura militare, il suo rilascio dalla detenzione nel 2010 è stato celebrato in Myanmar e in tutto il mondo. Eletta democraticamente, il colpo di stato l’ha destituita e il Myanmar è precipitato in una spirale di guerra civile cui sono state uccise migliaia di persone e le sanzioni imposte ai militari non sono riuscite a fermare la violenza.

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