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“Andiamo al fast food” ma dà fuoco all’auto e si uccide con le bimbe: “Aveva chiesto aiuto alla polizia”

Secondo quanto stabilito dall’inchiesta sul terribile gesto di una mamma australiana, che si è uccisa con le sue due figlie piccole di 3 e 6 anni a Melbourne, la donna aveva cercato aiuto più volte, chiamando anche la polizia, ma nessuno ha potuto fare nulla.
A cura di Antonio Palma
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"Aveva cercato aiuto, contattando una serie di servizi, inclusa la polizia, ma nessuno ha potuto darle una mano" è la conclusione a cui sono arrivate le indagine sul terribile gesto di una mamma australiana che si è uccisa con le sue due figlie piccole di 3 e 6 anni, dando fuoco alla vettura in cui si trovavano. "Nonostante la protezione dell'infanzia e la polizia di Victoria abbiano espresso preoccupazione per la sua salute mentale, non ha ricevuto alcuna assistenza formale o diagnosi poiché non è stata valutata come gravemente malata e non desiderava impegnarsi", ha stabilito infatti il coroner mettendo fine a un caso che ha sconvolto il Paese.

I fatti risalgono al marzo di due anni fa quando Jasmine Thomas e le figlie morirono in un incendio in un'auto nei dintorni di Melbourne. Quel giorno aveva detto al marito che avrebbe portato le bimbe a mangiare a un fast food ed era uscita di casa. La donna però si era diretta a un distributore di carburante dove, dopo aver comprato della benzina, era ripartita per raggiungere una zona isolata dove infine ha dato fuoco all'auto con lei e le bimbe.

Come stabilito successivamente, la donna aveva sofferto di depressione post parto e poi, durante la pandemia Covid, la sua situazione psicologica era peggiorata tanto che si era dimessa anche dal suo lavoro come infermiera. Secondo l'inchiesta, la signora Thomas aveva contattato una serie di servizi sociali sul territorio e anche la polizia per chiedere aiuto ma nessuno ha avuto la possibilità di prevenire il suo omicidio-suicidio.

"Jasmine, ha fatto del suo meglio. Vorrei che avesse cercato di più aiuto. Ha lottato per interagire con le persone e fare amicizia. Forse non ne poteva più ma nel frattempo ha portato via anche i miei beni più preziosi", ha dichiarato il marito. Secondo il tribunale, nonostante il lavoro, la signora Thomas si era  socialmente isolata e i suoi problemi spesso erano ignorati dalla sua famiglia allargata.

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