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Conflitto Israelo-Palestinese

Amnesty: “Requisizioni, omicidi illegali, deportazioni. Israele pratica apartheid sui palestinesi”

Secondo Amnesty International requisizioni di terre e proprietà, omicidi illegali, trasferimenti forzati, drastiche limitazioni al movimento e il diniego di nazionalità e cittadinanza ai danni dei palestinesi fanno parte di un sistema che, secondo il diritto internazionale, costituisce apartheid.
A cura di Davide Falcioni
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"Israele pratica l'apartheid contro i palestinesi ovunque essi si trovino". A dirlo non è una Ong palestinese ma Amnesty International, la più autorevole organizzazione per la tutela dei diritti umani nel mondo, in un dossier di 278 pagine in cui viene descritto nel dettaglio il sistema di oppressione e dominazione israeliano nei confronti della popolazione palestinese, ovunque eserciti controllo sui loro diritti: non "solo" quelli residenti in Israele, ma anche quelli dei Territori palestinesi occupati e persino sui rifugiati che vivono in altri stati. Nel rapporto si legge che le massicce requisizioni di terre e proprietà, gli omicidi illegali, i trasferimenti forzati, le drastiche limitazioni al movimento e il diniego di nazionalità e cittadinanza ai danni dei palestinesi fanno parte di un sistema che, secondo il diritto internazionale, costituisce segregazione, ovvero apartheid, un crimine contro l’umanità secondo lo Statuto di Roma del Tribunale penale internazionale.

Che cos'è l'apartheid

Quello dell'apartheid è un sistema istituzionalizzato di oppressione e di dominazione di un gruppo razziale su un altro. Si tratta una gravissima violazione dei diritti umani vietata dal diritto pubblico internazionale e nota, nel secolo scorso, per essere stata praticata ad esempio in Sudafrica dai bianchi sui cittadini neri. Le ampie ricerche e l’analisi giuridica condotta da Amnesty International insieme a consulenti esterni all'Ong dimostrano che Israele attua un sistema di questo tipo nei confronti dei palestinesi attraverso leggi, politiche e prassi che assicurano trattamenti discriminatori crudeli e prolungati.

Amnesty: "Israele tratta i palestinesi come un gruppo razziale inferiore"

Nel dossier Amnesty chiede al Tribunale penale internazionale di includere il crimine di apartheid nella sua indagine riguardante i Territori palestinesi occupati e a tutti gli stati di esercitare la giurisdizione universale per portare di fronte alla giustizia i responsabili del crimine di apartheid. "Il nostro rapporto rivela la reale dimensione del regime di apartheid di Israele. Che vivano a Gaza, a Gerusalemme Est, a Hebron o in Israele, i palestinesi sono trattati come un gruppo razziale inferiore e sono sistematicamente privati dei loro diritti. Abbiamo riscontrato che le crudeli politiche delle autorità israeliane di segregazione, spossessamento ed esclusione in tutti i territori sotto il loro controllo costituiscono chiaramente apartheid. La comunità internazionale ha l’obbligo di agire”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.

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Gli Stati che forniscono armi a Israele sono complici dell'apartheid

Secondo Callamard "non è possibile giustificare in alcun modo un sistema edificato sull’oppressione razzista, istituzionalizzata e prolungata, di milioni di persone. L’apartheid non ha posto nel nostro mondo e gli Stati che scelgono di essere indulgenti verso Israele si troveranno a loro volta dal lato sbagliato della storia. I governi che continuano a fornire armi a Israele e lo proteggono dai meccanismi di accertamento delle responsabilità delle Nazioni Unite stanno sostenendo un sistema di apartheid, compromettendo l’ordine giuridico internazionale ed esacerbando la sofferenza della popolazione palestinese. La comunità internazionale deve affrontare la realtà dell’apartheid israeliano e dare seguito alle molte opportunità di cercare giustizia che rimangono vergognosamente inesplorate".

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