Opinioni

Al summit sull’Ucraina si è deciso ben poco, al di là delle apparenze e delle sviolinate tra i leader

Il vertice tra Trump, Zelensky e gli europei sembrerebbe andato benissimo se guardiamo alle immagini e alle dichiarazioni: sorrisi, energiche strette di mano, complimenti su complimenti tra i leader. Ma ben poco è stato effettivamente deciso e i punti di scontro restano sul tavolo.
A cura di Annalisa Girardi
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L'ultimo incontro di Donald Trump e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca era stato un disastro: il primo aveva attaccato e umiliato pubblicamente il secondo, minacciando di revocare  il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina. Questa volta, al vertice allargato anche ai leader europei, le cose sono andate decisamente meglio. Trump e Zelensky si sono mostrati molto cordiali l'uno con l'altro, sorridendo e facendo battute. Insomma, il clima disteso farebbe pensare a un vertice a lieto fine. In realtà, però, in questo summit ben poche cose sono state decise: sulle garanzie di sicurezza non sappiamo ancora molto e sul cessate il fuoco manca l'accordo tra gli europei e il presidente USA. Una novità importante però c'è: Trump ha chiamato Putin e sta lavorando per organizzare un faccia a faccia tra lui e Zelensky.

Solo pochi giorni fa, a Ferragosto, Trump aveva incontrato il presidente russo, Vladimir Putin. Era la prima volta dal suo ritorno alla Casa Bianca e, in generale, era la prima volta che il capo del Cremlino incontrava un presidente statunitense dallo scoppio della guerra in Ucraina. Nonostante nelle ultime settimane Trump si fosse spesso mostrato insofferente nei confronti di Putin, tutta quella frustrazione è svanita in Alaska, dove i due si sono incontrati. Anzi, Trump è stato così amichevole nei confronti di Putin che Zelensky e gli europei hanno cominciato a temere che si fosse del tutto allineato alle richieste di Mosca.

Insomma, c’erano tutti gli elementi perché questo vertice allargato con Trump, Zelensky e i leader UE diventasse un vero e proprio disastro diplomatico. Dalle immagini, però, sembrerebbe andata diversamente. Il clima era molto disteso, Trump e Zelensky non hanno fatto che ringraziarsi a vicenda e spendere buone parole l'uno per l'altro. Hanno anche scherzato sul fatto che Zelensky questa volta indossasse un abito al posto della sua solita mise militare, per cui era stato pesantemente criticato a febbraio.

Insomma, di momenti rilassati e convenevoli ce ne sono stati parecchi, anche con i leader europei. Prima di aprire i lavori Trump ha presentato alla stampa statunitense ognuno di loro e a ciascuno ha dedicato parole incredibilmente gentili. Fin troppo, per gli standard di Trump. Di Giorgia Meloni ha detto che è una leader eccezionale, che sta resistendo molto più dei suoi predecessori e che è un’ispirazione per il paese. Di Emmanuel Macron ha aggiunto che gli piace tantissimo contro tutte le aspettative, di Ursula von der Leyen che è una leader potentissima e di Friedrich Merz che è un suo amico e ha un’abbronzatura fantastica.

Ma a parte questo, a parte le apparenze, che cosa è stato effettivamente deciso?

Sappiamo che si è parlato principalmente di garanzie di sicurezza per l’Ucraina, come la proposta di utilizzare un meccanismo simile a quello descritto dall’articolo 5 della Nato, senza far effettivamente entrare l’Ucraina nella Nato. Di base, se l’Ucraina dovesse essere attaccata in futuro, tutti i Paesi che hanno sottoscritto quella garanzia risponderanno all’attacco. Una deterrenza non da poco, soprattutto se comprendesse anche Washington. Nulla però è stato ancora deciso: i media statunitensi parlano di una generica apertura di Trump a fornire delle garanzie, ma non sappiamo in che modalità.

Sappiamo anche che non c’è stato alcun accordo però sul cessate il fuoco, uno tra i principali motivi di scontro tra Trump e gli europei. Per alcuni leader, in primis Macron, il cessate il fuoco è una condizione necessaria per far andare avanti i negoziati ma Trump non è d’accordo. Ha detto che lui è riuscito a fermare un sacco di guerre senza il cessate il fuoco. Un’affermazione un po’ discutibile, è più probabile che ne abbia già parlato con Putin alcuni giorni fa e sia consapevole che il presidente russo non lo accetterebbe mai. Per Mosca, infatti, accettare oggi un cessate il fuoco significherebbe precludersi la possibilità di spostare un altro po' la linea del fronte.

Ma non sono state solo chiacchiere e discussioni pour parler. La novità più rilevante di tutte è Trump starebbe organizzando un faccia a faccia diretto tra Putin e Zelensky, il primo dallo scoppio della guerra. Ovviamente sarebbe un passaggio fondamentale, nel percorso per la risoluzione di un conflitto, ma i contorni di questo incontro sono ancora decisamente poco chiari.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Video. Scrivo, realizzo video e podcast su temi di attualità e politica, provando a usare parole nuove per raccontare il mondo di sempre. 
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