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“Aiutatemi a portare il manichino in auto”, vicini aiutano killer e spostano un cadavere senza saperlo

Il caso nell’hinterland di Boston, in Usa, dove solo dopo aver visto in tv la notizia di un cadavere in un’auto abbandonata, i vicini hanno capito di aver trasportato inconsapevolmente un corpo. Grazie al loro racconto, la polizia ha arrestato il sospetto omicida.
A cura di Antonio Palma
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Una semplice gentilezza tra vicini ha rischiato di costare molto caro ai residenti di un condominio di Scituate, nell’hinterland di Boston, in Usa. Di fronte alla richiesta di un altro condomino, infatti, si sono prodigati per aiutarlo a trasportare quello che credevano un manichino avvolto in una coperta ma in realtà era il cadavere di un uomo appena ucciso in casa.

La macabra scoperta è avvenuta solo diverse ore dopo quando hanno visto in tv i Tg locali che parlavano dl cadavere di un ragazzo di 27 anni trovato in un’auto abbandonata fuori dal locale ospedale. Solo così infatti si sono accorti che era la stessa auto su cui in giornata avevano caricato quel manichino del vicino. Sono stati proprio loro a mettere sulla pista giusta gli inquirenti chiamando la polizia e avvertendo di quanto era accaduto.

Solo così gli agenti sono arrivati ad arrestare venerdì scorso Christopher Caron, 42 anni, con l’accusa di omicidio. Secondo il racconto dei vicini, l’uomo aveva chiesto loro di aiutarlo a trasportare un pesante manichino in auto. Per giustificare il peso, ha detto che sotto le coperte vi era un manichino gigante da portiere di hockey, un oggetto che serve per allenarsi ed è solitamente riempito d'acqua.

Dopo aver ottenuto assistenza, il 42enne ha guidato l’auto fino in ospedale dove è entrato nel pronto soccorso e ha avvisato il personale medico della presenza di un corpo all'interno del veicolo. Mentre i medici constatavano il decesso dell’uomo sul sedile posteriore della vettura, lui si era dileguato. La polizia ha riferito che il personale sanitario ha trovato un uomo privo di sensi "avvolto in diverse coperte tenute insieme da nastro adesivo" e ha solo potuto constatarne il decesso.

Dopo la denuncia dei vicini, gli investigatori sono accorsi nel condominio con una perquisizione in casa dell’uomo dove hanno rivenuto diverse prove dell’omicidio tra cui indumenti sporchi di sangue. Gli investigatori non hanno reso noto la causa di morte né il movente, ma hanno affermato che il sospettato e la vittima si conoscevano.  L'autopsia ha rilevato che il 27enne aveva  molteplici ferite da corpo contundente e segni di un possibile strangolamento. Un esame tossicologico ha inoltre evidenziato la presenza di droga nel sangue.

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