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Talebani a Kabul: le ultime news sull'Afghanistan

Afghanistan, il padre la vende a 9 anni per sfamare la famiglia: salva la sposa bambina Parwana

È al sicuro Parwana, la bambina di 9 anni data in sposa a un uomo di 55 anni dal padre che l’ha venduta per 2mila dollari. La piccola è stata salvata da una ong statunitense che ha portato lei, la madre e i fratellini in un posto sicuro. “Sono felice: quando potrò andare a scuola?”, ha chiesto alla giornalista della Cnn che ha raccontato la sua storia.
A cura di Chiara Ammendola
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È in una casa, di quelle in cui non ha mai vissuto da quando è nata la piccola Parwana che ora può tornare a sorridere circondata dall'affetto dei suoi sei fratelli e della madre. La ong statunitense Too Young to Wed (TYTW) è infatti riuscita a portare in salvo la sposa bambina la cui storia era stata raccontata dalla giornalista della Cnn Anna Coren, il padre di Parwana l'aveva infatti venduta a soli 9 anni come sposa per 2mila euro. Lo ha fatto per soldi, aveva raccontato al canale all news, per sfamare il resto dei suoi figli, tutti nati dopo la maggiore Parwana.

Ora sono salva, sono felice: Quando posso andare a scuola?

Lo scorso ottobre grazie a diverse associazioni no profit che continuano ad operare in Afghanistan, anche dopo la salita al potere dei Talebani, la Cnn aveva raggiunto il villaggio dove viveva la famiglia di Parwana e aveva documentato la vendita della bambina data in sposa a un uomo che viveva nel villaggio e che l'ha pagata 2mila dollari americani, valore corrisposto in "land, sheep and cash". Le immagini di Parwana che tra le lacrime è stata portata via a forza dal neo marito 55enne, già sposato e padre di quattro figli, avevano indignato la comunità internazionale che ha preso posizione dinanzi a una violazione dei diritti dei bambini che sembra essere diventata pratica comune negli ultimi mesi. E così negli scorsi giorni, la ong Too Young to Wed ha raggiunto il villaggio dove viveva la piccola Parwana che, dopo essere stata tolta all'uomo che l'ha comprata, è stata portata in un albergo di Herat con la madre e i fratellini, e dopo due notti lì è stata trasferita in un posto sicuro dove trascorrerà l'inverno. "Ora sono salva, sono felice – ha raccontato in una videochiamata alla giornalista della Cnn che ha raccontato la sua storiaquando posso andare a scuola?".

Dietro la fame e la povertà spesso di nascondono abusi e maltrattamenti

Del suo futuro e di quello della sua famiglia non è dato sapere al momento. Ma quella di Parwana è una storia che le associazioni che operano sul campo in Afghanistan si trovano a raccontare spesso negli ultimi tempi: il Paese sta attraversando una delle crisi umanitarie ed economiche più gravi della sua storia. Secondo quanto riportato dalla Cnn quasi la metà dei 39 milioni di persone che abitano l'Afghanistan ha problemi economici, e sono già tre i milioni i bambini che patiscono condizioni sanitarie non sufficienti alla sopravvivenza. E il fenomeno delle spose bambine è tornato prepotentemente a far parte della vita quotidiana di molte famiglie, soprattutto quelle che vivono in villaggi distanti dalle grandi città e che hanno meno accesso alle risorse economiche e materiali. "Dietro la fame e la povertà spesso di nascondono abusi e maltrattamenti – la denuncia dell'attivista afghana Mahbouba Seraj – e a pagare il prezzo più alto sono le donne e i bambini".

Le nuove regole sul matrimonio per le donne in Afghanistan

Sulla pratica delle spose bambine è intervenuto anche l'Emirato Islamico attraverso un comunicato ufficiale diffuso attraverso i proprio canali social in cui viene sottolineato che solo le donne adulte possono sposarsi e che "nessuno può obbligare le donne a sposarsi". Inoltre viene sottolineata la libertà della donna definita "essere umano libero". Una posizione che era già stata espressa dai Talebani proprio in virtù della storia di Parwana e di tante altre bambine come lei e che si scontra con un racconto che gli stessi Talebani hanno fatto finora circa la figura della donna all'interno della società in cui vige la Shariʿah. Ad oggi infatti la maggior parte delle donne non vanno al lavoro e solo le università sono aperte alle donne, che possono seguire in classi separate da quelle degli uomini.

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