Aereo caduto, “mente dell’attentato è il leader egiziano dell’Isis”

L’ultima rivelazione in merito al disastro aereo avvenuto nel Sinai una settimana fa, quando l’Airbus A321 della russa Metrojey è caduto con a bordo 224 persone, arriva dal britannico Sunday Times. Citando fonti dell'intelligence britannica il quotidiano dice che la mente dell’attentato sarebbe un egiziano: si tratta di Abu Osama al-Masri, leader dei miliziani che da anni infestano il Sinai, Ansar al Beyt al Maqdis, la formazione che lo scorso anno si è legata all'Isis. L’intelligence britannica avrebbe riconosciuto la sua voce come il primo a rivendicare l'attentato sul web. Un uomo di al-Masri avrebbe approfittato di un complice tra i dipendenti dell'aeroporto di Sharm el Sheick per far imbarcare un bagaglio con dentro una bomba. Probabilmente l’ordigno era stato nascosto in una bombola da sub eludendo i controlli di sicurezza. C’è anche un reportage dell’Independent on Sunday a “confermare” questa pista: un reportage che rivela che almeno il 50% delle volte non c’è nessuno ai monitor che trasmettono le immagini delle telecamere che riprendono le aree dove opera il personale di terra preposto al carico di bagagli sugli aerei in partenza dall'aeroporto di Sharm o dove passano i nastri che dal check-in smistano le valigie. Un dipendente dell’aeroporto avrebbe aggiunto che “talvolta accade che non ci sia proprio nessuno alle postazioni” e che in tutto lo scalo molte delle telecamere sono di fatto finte perché rotte.
Foreign fighters britannici costruttori dell'ordigno – Poi c’è il Sunday Telegraph secondo il quale ci sarebbe la possibilità (non confermata) che siano stati cosiddetti “foreign fighters” britannici membri dell’Isis ad aver costruito l'ordigno che potrebbe aver fatto esplodere l'aereo russo. Nelle intercettazioni effettuate dagli 007 britannici sono stati riconosciuti nei messaggi diffusi sulla rete dai jihadisti che esultavano per l'attentato. A parlare persone che avrebbero spiccati accenti di Londra e Birmingham.