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A Santiago del Cile non piove da 13 anni: il governo vara piano di razionamento dell’acqua

Claudio Orrego, governatore della regione della capitale cilena, ha informato i cittadini che a causa di una siccità che perdura da ben 13 anni dovuta al cambiamento climatico l’acqua verrà razionata: “Dobbiamo prepararci a un futuro in cui non ci sarà acqua per tutti”.
A cura di Davide Falcioni
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Due giorni fa i quasi sei milioni di residenti di Santiago del Cile si sono svegliati con un annuncio che era nell'aria da tempo, che che speravano non sarebbe mai arrivato. Claudio Orrego, governatore della regione, ha infatti informato i cittadini che a causa di una siccità che va avanti da ben 13 anni dovuta al cambiamento climatico l'acqua verrà razionata: "Dobbiamo prepararci a un futuro in cui non ci sarà acqua per tutti", ha detto, spiegando che la carenza idrica non sarà passeggera e rappresenterà "la principale sfida ambientale dei prossimi 30 anni". Non solo: il governatore ha aggiunto che mai, nei 491 anni di storia di Santiago, si era verificata una situazione del genere.

Le autorità cilene hanno quindi illustrato alla popolazione un piano di razionamento costituito da quattro livelli di allerta, da verde a rossa. Si passa da uno all’altro a seconda della disponibilità d’acqua dei fiumi Maipo e Mapocho, che servono la regione di Santiago. Il terzo stadio scatta quando le risorse dei due corsi d’acqua non consentono un’autonomia di 2 mesi e 10 giorni, rispettivamente. L’allerta rossa invece fa partire la fase più dura del programma di razionamento, che punta a ridurre la domanda in modo proporzionale al deficit idrico. Mentre il razionamento dell'acqua è solo l’ultimo stadio, le misure di mitigazione della siccità sono previste anche in tempi di relativa normalità. A livello di allerta verde le autorità condurranno campagne extra di sensibilizzazione per ridurre il consumo idrico e si inizierà già a dare priorità all’uso dell’acqua di falda. Lo step successivo prevede, tra l'altro, la diminuzione della pressione in acquedotto, mentre i diversi comuni potranno prendere provvedimenti ad hoc a seconda della situazione locale. L’ultimo passo è il razionamento vero e proprio, che coinvolgerà un numero variabile di settori di utenze ogni 4, 6 o 12 giorni a seconda della gravità della situazione.

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Secondo il governo cileno, la disponibilità d’acqua nel Paese è scesa del 10-37% negli ultimi 30 anni e potrebbe diminuire di un altro 50% nelle regioni del centronord entro il 2060. “Questa è la prima volta nella storia che Santiago ha un piano di razionamento dell’acqua a causa della gravità del cambiamento climatico", ha detto Orrego. "È importante che i cittadini capiscano che il cambiamento climatico è qui per restare. Non è solo globale, è locale".

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